India: continuano le discriminazioni contro i cristiani dell'Orissa
Nessun sussidio alle giovani vedove, diritti di proprietà revocati, intimidazioni:
i cristiani del Kandhamal, epicentro dei pogrom in Orissa del 2008, continuano a subire
angherie d’ogni tipo, ora anche dalle autorità del distretto. Mithun Digal, cristiano
del villaggio di Beladadi, non può registrarsi all’ufficio di collocamento del distretto
di Kandhamal, perché l’ufficio competente della stazione di polizia di G. Udayagiri
gli nega i certificati di residenza, casta e reddito. Il motivo addotto - riferisce
l'agenzia AsiaNews - è che suo padre non possiede un regolare patta land (diritto
di proprietà). In realtà, dopo le violenze anti cristiane del 2008, l’ufficio non
ha più accettato l’affitto per le loro terre dal padre di Mithum. Nel villaggio di
Bankingia, completamente distrutto durante i pogrom, la comunità cattolica ha bloccato
i lavori per la costruzione di una chiesa a causa delle continue minacce di un gruppo
di fanatici indù. “Questo – spiega fratel K J Markose, avvocato – nonostante siano
in possesso del patta land”. Snehalata Behera, 16 anni, è diventata vedova circa quattro
mesi fa. Ma le autorità del villaggio di Bankingia – dove vive – le negano la pensione
per le vedove e le 10mila rupie (circa 158 euro) di sussidio, perché non possiede
la tessera Bpl (Below Poverty Line). “Snehalata e sua suocera – racconta fratel Markose,
anche attivista per i diritti umani – sono andate almeno tre volte all'Ufficio di
previdenza, ma nessuno le ha prestato attenzione”. (R.P.)