Manifesto delle associazioni cristiane del lavoro: rilanciare l'impegno dei cattolici
in politica
In Italia, sette associazioni d’ispirazione cristiana nel mondo del lavoro rispondono
all’appello del Papa che ha chiesto "una nuova generazione di cattolici impegnati
in politica". Ieri a Roma è stato presentato il Manifesto di queste organizzazioni
(Cisl, Acli, Movimento cristiano lavoratori, Compagnia delle Opere, Coldiretti, Confartigianato
e Confcooperative) con lo scopo di rilanciare l’impegno dei credenti per lo sviluppo
del Paese. Il servizio di Alessandro Guarasci:
Ci tengono
a far sapere che non sta nascendo un nuovo partito. Piuttosto, il "Forum delle persone
e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro" vuole puntare
ad alcune priorità: ridurre il debito pubblico, sostenere le famiglie, rimettere al
centro il welfare e la scuola. Il portavoce del Forum, Natale Forlani:
“Non
dobbiamo essere rassegnati alla diaspora. Abbiamo valori, protagonismo, capacità di
progettazione, di creazione di classi dirigenti. In questo momento straordinario –
lo dicono anche il Papa ed i vescovi – dobbiamo impegnarci in prima persona per ristrutturare
l’offerta politica per migliorare anche la qualità del nostro lavoro. I veri temi,
oggi, sono: responsabilità, doveri, mettersi in campo, creare una società civile vitale
in grado di generare investimenti, occupazione, dare risposte a chi sta peggio”.
L’impressione
è che sia partito un treno. Carlo Costalli, presidente del Movimento
Cristiano Lavoratori:
"Credo che sia importante che sette grandi organizzazioni
superino autoreferenzialità ed anche specificità personali per scendere in campo,
rispondendo anche all’appello del Santo Padre. L’obiettivo è quello di costituire
una grande area sociale, che io chiamo 'blocco sociale', per orientare le riforme
di cui il Paese ha bisogno e credo anche le scelte politiche del futuro".
Lo
sviluppo è fondamentale, soprattutto quello delle piccole imprese, dice Giorgio
Guerrini, presidente di Confartigianato:
“Noi non ci rassegniamo
a vivere in un Paese che non ha prospettiva, che non dà prospettiva ai giovani. Siamo
però fiduciosi del fatto che questo sistema - piccolo ma molto vitale - di milioni
di imprenditori e di piccole imprese è un’energia straordinaria che, se trovasse un
accoglimento, un terreno favorevole dal punto di vista legislativo, con meno burocrazia
e meno pesantezza fiscale, sarebbe in grado di produrre energie straordinarie. Noi
siamo qua per testimoniare la presenza di questo mondo, un mondo che ha le proprie
radici nella Dottrina sociale della Chiesa e che ha contribuito, nella fase iniziale
della storia di questa Repubblica, nei suoi primi 40 anni, a far sì che il nostro
Paese dalla sconfitta della guerra diventasse la quinta potenza industriale del mondo".