In Brasile, la Fondazione "Populorum Progressio" studia 216 progetti di aiuto per
l'America Latina
Si è aperta oggi nel Monastero di Castanhal a Belém do Pará, in Brasile, la riunione
annuale della Fondazione Populorum Progressio, che si occupa della promozione
delle popolazioni indigene, meticce e afroamericane dell’America del Sud e dei Caraibi.
La Fondazione, fin dalla sua istituzione nel 1992, è stata posta sotto l’egida del
Pontificio Consiglio Cor Unum. Roberta Barbi:
Con
una giornata dedicata all’analisi della situazione sociopolitica dei Paesi sudamericani
e una solenne celebrazione nella nuova Cattedrale di Castanhal, si apre oggi l’assemblea
annuale della Fondazione Populorum Progressio, che quest’anno è ospitata in
Brasile. E del Brasile, quindi, sarà approfondita la realtà locale, con celebrazioni
nelle parrocchie e visite ai progetti già avviati, fino alla conclusione dell’incontro,
venerdì 22 luglio. Nei prossimi giorni, poi, i sei presuli membri del Consiglio di
amministrazione, provenienti rispettivamente da Brasile, Messico, Perù, Colombia,
Bolivia ed Ecuador, cioè i Paesi in cui alternativamente si svolge la riunione annuale,
presieduta dal nuovo presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, il cardinale
Robert Sarah, passeranno al vaglio i 216 progetti di solidarietà proposti da 19 Paesi,
per un totale di quasi tre milioni di dollari. Gli stanziamenti saranno diretti con
un’attenzione particolare ai settori della produzione, delle infrastrutture, dell’educazione,
della sanità e dell’edilizia. E qui arriva la parte più difficile: decidere insieme
cosa "tagliare", dal momento che i fondi non bastano per tutto. Accanto alla Fondazione,
come sempre, la Conferenza episcopale italiana, alla quale mons. Alberto
Taveira Corrêa, arcivescovo dell’arcidiocesi ospitante di Belém do Pará,
al microfono della nostra collega del Programma brasiliano, Christiane Murray,
invia un ringraziamento speciale:
“La Conferenza episcopale italiana
apporta sempre un aiuto sostanziale alla Fondazione Populorum Progressio
e ha accolto il richiamo del Papa affinché tutte le Chiese, le Conferenze episcopali
e tutte le istanze che fanno parte della vita della Chiesa ci possano aiutare. In
questo modo, sappiamo che la presenza della Chiesa italiana nella Fondazione Populorum
Progressio sarà impegnata in progetti di sviluppo, di crescita, per dare la dovuta
importanza alla dimensione umana delle persone: questo è evangelizzare”.
“Un
gesto d’amore solidale della Chiesa verso quanti sono nell’abbandono e necessitano
maggiormente di protezione”: questa, infatti, l’intenzione con cui Giovanni Paolo
II istituì la Fondazione nel 1992, anno in cui ricorreva il quinto centenario dell’inizio
dell’Evangelizzazione del continente americano. L’auspicio di Papa Wojtyla era che
la Fondazione fosse “segno e testimonianza del desiderio cristiano di fratellanza
e di autentica solidarietà”, contribuendo allo sviluppo integrale delle popolazioni
più povere.