2011-07-19 16:26:39

Egitto: rinviato il giuramento del nuovo governo


In Egitto continua la protesta del movimento popolare che ha portato alla caduta del regime del presidente Mubarak. Gli oppositori, che a migliaia occupano ancora dai primi di luglio piazza Tahrir, chiedono alla giunta militare che vengano fatte le riforme promesse e protestano per la poca trasparenza nei processi contro gli esponenti del deposto regime. In questo contesto è stato rinviato anche il giuramento del nuovo governo ad interim. Stefano Leszczynski ha intervistato Adib Fateh Alì, giornalista esperto dell’area:RealAudioMP3

R. – Quello che si contesta alla giunta militare da parte dei giovani della rivolta e da parte delle forze principalmente laiche del Paese, è il fatto di non avere introdotto sostanzialmente nessun cambiamento, nessuna riforma che possano soddisfare le rivendicazioni della rivolta. Un punto a favore delle forze laiche in Egitto è un ridimensionamento del gruppo dei Fratelli musulmani. Oggi si ritrovano in difficoltà anche perché si sono divisi in due-tre partiti politici.

D. – La sensazione è che la giunta militare stia perdendo consensi. Qual è, invece, la sensazione nei confronti del governo Sharaf?

R. – Il governo Sharaf è un governo transitorio, ad interim; è semplicemente uno strumento nelle mani della giunta militare. Tant’è vero che la cerimonia di giuramento avrebbe dovuto essere guidata dal generale Tantawi, capo della giunta militare. Quindi, l’interlocutore principale è la giunta militare. Cosa farà o non farà il governo, secondo me, avrà molta poco influenza sull’evoluzione delle cose …

D. – In questo contesto, anche il processo a Mubarak che dovrebbe iniziare i primi d’agosto, potrebbe essere utilizzato in maniera strumentale?

R. – Penso proprio di sì! Molto probabilmente, il regime si ritroverà costretto a celebrare questo processo. Fino ad oggi, abbiamo assistito ad un tira e molla, adducendo motivi di salute dell’anziano presidente. Però in realtà è il presidente Mubarak che non vuole presentarsi al processo, anche perché il presidente Mubarak – fino a prova contraria – è stato a capo delle forze armate e sa benissimo quali e quanti casi di corruzione ci sono all’interno delle forze armate … (gf)








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