Monte Athos: chiesta una rete europea per salvaguardare i monasteri
I Paesi dell’Unione europea e le comunità monastiche dell’intero continente si mettano
in rete per salvaguardare la tradizione dei monasteri ortodossi del Monte Athos, in
Grecia. E’ l’appello, di cui ha dato notizia l’Osservatore Romano, lanciato da una
recente conferenza su “Il contributo del Monte Athos alla tradizione religiosa e intellettuale
dell’Europa”, promossa a Salisburgo dal World Public Forum “Dialogue of civilization”,
impegnato nel favorire il confronto tra culture e religioni diverse. In particolare
è stato il rappresentante del patriarcato di Mosca presso l’Ue, l’arciprete Antony
Ilyin, a sollecitare un impegno a livello continentale a favore dei venti monasteri
athoniti, che ospitano attualmente oltre 1500 religiosi. Per il rappresentante russo
“mettere in rete le comunità dell’Europa” permetterebbe di creare “contatti continui
tra analisti ed esperti per il supporto legale alle istanze della comunità monastica”.
La stessa esistenza della civiltà europea, ha sottolineato il metropolita di Volokolamsk
e presidente del dipartimento per le relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato
moscovita, Ilarione “è dovuta al cristianesimo, ai suoi valori di base e alla legge
morale”. “La consapevolezza del contributo che il complesso di monasteri ha dato alla
tradizione religiosa e intellettuale dell’Europa ci indica l’importante compito di
conservare per le generazioni future l’unicità del monte Athos”, ha concluso Ilarione.
Gli intellettuali e i leader religiosi presenti alla conferenza hanno preso una posizione
unanime contro i tentativi di rendere l’area liberamente accessibile ai turisti. Per
permettere una miglior tutela del patrimonio culturale della comunità, sono stati
chiesti la conservazione dello status particolare della comunità autonoma, la difesa
legale del principio di avaton (che consente l’accesso ai soli uomini), e il
blocco di qualsiasi progetto commerciale o di turismo di massa. Per eliminare le restrizioni
all’accesso nell’area, infatti, sono stata avanzate, in seno all’Unione europea, alcune
proposte normative. “Il Monte Athos – ha sottolineato in conclusione l’abate archimandrita
Efraim – è un luogo di pace, penitenza e gioia. I padri spirituali – ha evidenziato
– possono dare risposte alle domande più urgenti dell’uomo moderno, che ha fatto un
grande progresso nello sviluppo tecnologico ed economico, ma non è riuscito a trovare
una pace interiore”. (D.M.)