Nel tempo dello svago, il riposo dell'anima che fa bene al corpo. Intervista con padre
Enzo Bianchi
Come ad ogni estate, le strade delle vacanze portano molte persone sui sentieri dello
spirito. Seguendo un consiglio spesso ribadito anche da Benedetto XVI, uomini, donne
e giovani preferiscono raggiungere, in queste settimane, luoghi nei quali è possibile
abbinare il riposo del corpo a quello dell’anima. Uno tra i più rinomati è certamente
il Monastero di Bose, meta di arrivi da tutto il mondo. Giorgia Innocenti ne
ha parlato con il priore, padre Enzo Bianchi:
R. – Le vacanze
sono un’occasione – come dice il verbo latino “vacare” da cui deriva il termine “vacanze”
– per contemplare, per pensare, per prendere le distanze da quello che ogni giorno
ci coinvolge come lavoro, impegno, routine, e dedicarci ad altro, in questa distanza.
Io amo molto pensare ad una parola di un anziano monaco, un Padre del Deserto, che
diceva: “Oggi è il primo giorno dei giorni che mi restano da vivere, quindi ricomincio”.
La vacanza può essere l’occasione per ricominciare nella vita spirituale, per un ritorno
al Signore, per guardare in modo nuovo la vita che ci sta davanti. Perché l’interruzione
che si fa nel tempo è un’interruzione che ci aiuta a percepire meglio il cammino che
noi facciamo.
D. – Nel brano evangelico, Gesù ci invita a staccarci
dalla folla, dal lavoro e a ritirarci in un luogo solitario...
R. –
E’ molto importante, questo invito di Gesù nel Vangelo, ad andare in un luogo solitario.
Abbiamo bisogno – proprio per giudicare noi stessi e le nostre reazioni – di prendere
distanza dalla folla, dal quotidiano, trovare silenzio e solitudine e quindi interrogarci,
fare un’opera di discernimento, esercitarci a giudicare le realtà in cui viviamo che
a volte rischiano di alienarci, di diventare degli idoli, per noi. E’ molto importante,
questa lontananza. Anche un pittore si allontana dal quadro per giudicare sua opera,
man mano che la completa. E noi, per fare davvero un capolavoro della nostra vita
spirituale, abbiamo bisogno di prendere le distanze dal quotidiano, in modo da giudicarla,
da leggerla in verità.
D. – La Comunità di Bose offre la possibilità
di stare a contatto con la natura. Sembra quasi ricordare l’invito di San Francesco:
“Nella natura e nel silenzio si riesce a parlare con Dio”. Ha un augurio da fare a
tutti gli italiani che partono?
R. – Sì: che trovino il tempo di silenzio
e di solitudine all’interno dello spazio delle vacanze, e ascoltino le loro profondità,
il loro cuore. Questo è molto importante, perché bisogna imparare che nelle nostre
profondità c’è la presenza di Dio e Dio ci può parlare. Se noi apriamo il cuore, se
noi sappiamo far cessare i rumori di voci inutili attraverso il silenzio, se noi ci
togliamo dalla folla, dalla massa e ci mettiamo in una condizione di solitudine, è
possibile ascoltare il silenzio, ascoltare il nostro cuore e, in profondità, ascoltare
Dio che ci parla. (gf)