Si conclude il primo Seminario della comunicazione per i vescovi brasiliani. Interviste
con mons. Celli e il cardinale Damasceno Assis
Si conclude oggi a Rio de Janeiro il primo Seminario sulla comunicazione per i vescovi
brasiliani, promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dalla
locale Conferenza episcopale. L’incontro ha permesso ai presuli di considerare l’elaborazione
e l’efficacia dei piani pastorali da un punto di vista comunicativo, in un’epoca condizionata
da una rapidissima evoluzione dei linguaggi. L’inviato della Radio Vaticana, Silvonei
Protz, ha chiesto un bilancio dei lavori del Seminario all’arcivescovo Claudio
Maria Celli, presidente del dicastero vaticano delle Comunicazioni:
R. – Sono
stati giorni molto intensi e si toccava con mano l’interesse dei vescovi, non solo
per i temi proposti ma per il problema della comunicazione in seno alla Chiesa. Credo
sia sempre più forte la convinzione di come i nuovi media favoriscano il processo
di evangelizzazione. Però, mi sembra che emerga ancora più profondamente – e credo
che sia un frutto di questo incontro – la consapevolezza che questi mezzi non siano
più solamente strumenti da utilizzare, ma che diano origine a una cultura digitale,
con la quale la Chiesa deve dialogare attraverso un linguaggio che possa essere compreso
dall’uomo e dalla donna di oggi, affinché emerga più chiaramente il messaggio evangelico.
Questo è stato anche ciò che i vescovi hanno chiesto, e ritengo sia un impegno per
tutta la Chiesa, e non solamente in Brasile. La sera stessa dell’apertura del Seminario,
citavo una poesia di un poeta angloamericano, il quale diceva che l’uomo di oggi ha
bisogno di silenzio e di calore, proprio quando la società invece non riesce a produrre
altro che baccano e freddo. Ecco: l’uomo di oggi è in questa ricerca profonda. E c’è
una peculiarità, nel messaggio cristiano: che più che l’uomo a cercare Dio, è Dio
che cerca l’uomo. E allora direi che la Chiesa deve aiutare l’uomo ad accogliere questa
iniziativa di amore di Dio.
D. – Finito l’incontro dei vescovi, inizia
un altro evento della comunicazione, il “Mutirão Brasileiro de comunicação”. Anche
lei sarà presente…
R. – Ho pensato che fosse bene essere presenti, perché
questo grande incontro vedrà più di 800 operatori cattolici che lavorano nel campo
della comunicazione: mi sembrava che fosse importante far vedere che la Chiesa apprezza
la loro attività e come affidi la diffusione della Parola di Gesù, che salva l’uomo
e dà all'uomo la sua vita. (gf)
Un commento positivo a questa prima edizione
del Seminario della comunicazione giunge anche da uno dei principali partecipanti,
l'arcivescovo di Aparecida, il cardinale Raymundo Damsceno Assis, presidente
della Conferenza episcopale brasiliana, al microfono di Silvonei Protz:
“La Chiesa,
in Brasile, è senza dubbio progredita molto nel campo della comunicazione. In Brasile
abbiamo circa 250 radio cattoliche, che esistono da molto tempo. "Radio Aparecida",
ad esempio, è una radio che sta per compiere 60 anni di vita. Da circa 15-20 anni,
poi, abbiamo molti canali televisivi cattolici, come la "Rete Vida", la "Rete Segulo
21". Questo seminario porterà certamente un grande contributo, darà nuovo impulso
alle diverse diocesi del Brasile. La comunicazione, in questo Paese, sta diventando
sempre più importante nel campo dell’evangelizzazione per ogni diocesi e comunità”.