Il commento di padre Bruno Secondin al Vangelo della Domenica
In questa 16.ma Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta tre parabole.
Nella prima Gesù paragona il regno dei cieli a un campo dove un uomo ha seminato del
buon seme. Ma mentre tutti dormono viene il suo nemico, che semina della zizzania
in mezzo al grano. Una volta cresciuta, i servi vogliono subito sradicare la zizzania,
ma il padrone del campo – afferma Gesù – risponde:
“No, perché non succeda
che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate che l’una
e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai
mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano
invece riponètelo nel mio granaio”.
Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo
il commento del padre carmelitano Bruno Secondin, docente di Teologia spirituale
alla Pontificia Università Gregoriana:
A mali estremi,
estremi rimedi, dice un proverbio. Nel campo seminato a grano buono spunta inattesa
anche la zizzania, erba inutile e anche dannosa, che rischia di togliere humus e spazio
al grano. È il problema della presenza in questo mondo non solo del bene, ma anche
del male: specie quello provocato dalla malvagità umana. È forse una smentita palese
della bontà di Dio, anzi una minaccia al bene da lui diffuso? Allora meglio intervenire
subito, stroncare e tagliare, prima che faccia troppo danno. Eppure Dio non ha fretta,
non sradica tutto perché rimanga solo il bene; i suoi tempi non sono i nostri, egli
attende e valuterà. Bene e male sono proprio come due pianticelle, crescono tante
volte molto vicine, e bisogna saperle distinguere, senza infiammarsi di santo zelo
aggressivo, che rischia di fare ancor più danno: proprio come dice la parabola, sradicando
grano buono e zizzania. Questa parabola è associata nel testo alla similitudine del
granellino di senape e del lievito nella pasta: tutti e due danno effetti grandi,
quasi impensabili. Ecco allora l’insegnamento: il bene è presente sempre, anche se
a volte sembra tanto discreto. Ma custodito e sostenuto con discrezione diviene grande
realtà, prova di una fecondità generosa e sapiente. Chi ha orecchi, ascolti!