Sud Sudan. La diocesi di Malakal: “Sanità e istruzione tra le priorità del nuovo Stato”
Sanità e istruzione: sono queste le priorità del Sud Sudan, il nuovo Stato africano
proclamatosi indipendente il 9 luglio scorso. Ad indicarle è padre Peter Othow, coordinatore
per l’Aiuto e lo sviluppo della diocesi di Malakal. In un Paese in cui, secondo Medici
senza Frontiere, il 75% della popolazione non ha accesso alle cure mediche di base,
“i servizi sanitari sono una priorità – ha detto il religioso – A Malakal c’è un solo
ospedale statale. Fortunatamente, appena fuori la città, c’è una clinica gestita dalle
suore Comboniane in cui ricevono assistenza tutti quei malati che altrimenti non avrebbe
accesso ai servizi sanitari”. Drammatica anche la situazione nel campo dell’istruzione:
si calcola che circa l’85% della popolazione sia analfabeta. “Riponiamo grandi speranze
– continua padre Othow – nel fatto che, raggiunta l’indipendenza, ci sia una maggiore
attenzione al problema della scuola”, in particolare all’insegnamento dell’inglese.
Fino al 2005, infatti, la prima lingua scolastica era l’arabo ed ora il Sud Sudan
si ritrova con “un disperato bisogno” di docenti capaci di insegnare in inglese. Ma
il discorso culturale deve essere anche più ampio, afferma l’esponente della diocesi
di Malakal, perché, in un Paese che ha vissuto decenni di guerra civile, si deve sviluppare
“una cultura del negoziato, della condivisione del potere”, mentre la popolazione
pensa ancora che “la violenza e le minacce abbiano sempre la meglio sulle trattative
pacifiche”. E in questa fase di assestamento del neo-Stato, “la lotta per il potere,
se non gestita con attenzione, potrebbe portare ad una nuova fase di conflitto”. Altro
tema scottante, è quello dei confini tra Sudan e Sud Sudan: con la scissione della
regione meridionale, infatti, Karthoum ha perso quasi un terzo del suo territorio
e circa tre quarti delle riserve di petrolio. Di conseguenza, le 1.300 miglia di confine
tra i due Stati sono ora a rischio di violenza. Per questo, conclude padre Othow,
l’aiuto della Chiesa è fondamentale: ad esempio, la diocesi di Malakal, insieme al
Catholic Relief Service, ha lanciato un programma di assistenza che fornirà sementi
ed attrezzi agricoli alla popolazione del Sud, per favorire lo sviluppo di coltivazioni
autonome. (I.P.)