Manifestazioni in Siria: la polizia spara sulla folla
Nuova giornata di manifestazioni antigovernative in Siria. In migliaia sono scesi
in piazza in varie città del Paese, chiedendo le dimissioni dell’esecutivo e la liberazione
dei prigionieri. Le Forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro la folla, provocando
vittime e feriti. Eugenio Bonanata:
L’ennesimo
venerdì di protesta finito nel sangue. Lo scenario si ripete ancora, sebbene non sia
possibile per ora fornire un bilancio preciso delle vittime. Testimoni riferiscono
di almeno cinque morti, tra la capitale Damasco e la città di Idlib, che si trova
verso il confine non la Turchia. Attivisti confermano l’enorme numero di dimostranti
protagonisti della giornata. Manifestazioni si segnalano anche a Hama, nel nord, e
a Deraa, la città dove cominicarano le ribellioni lo scorso mese di marzo. Testimoni
riferiscono di soldati che avrebbero fatto scudo tra i manifestanti e le forze di
sicurezza fedeli al governo, proteggendo i civili. Violenze che ieri hanno provocato
almeno altre quattro vittime, mentre l’Onu, a causa delle note divergenze in seno
al Consiglio di Sicurezza, non è riuscita ad approvare la risoluzione di condanna
nei confronti di Damasco. Dal canto suo l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite
ha puntato il dito contro i Paesi occidentali, accusandoli di voler ripetere quello
che è accaduto con l’Iraq. Il diplomatico ha parlato di “menzogne”, citando Mohammed
El Baradei, ex direttore dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, secondo
il quale Baghdad non aveva armi di distruzione di massa.