2011-07-15 15:21:22

Manifestazioni in Siria: la polizia spara sulla folla


Nuova giornata di manifestazioni antigovernative in Siria. In migliaia sono scesi in piazza in varie città del Paese, chiedendo le dimissioni dell’esecutivo e la liberazione dei prigionieri. Le Forze dell’ordine hanno aperto il fuoco contro la folla, provocando vittime e feriti. Eugenio Bonanata:RealAudioMP3

L’ennesimo venerdì di protesta finito nel sangue. Lo scenario si ripete ancora, sebbene non sia possibile per ora fornire un bilancio preciso delle vittime. Testimoni riferiscono di almeno cinque morti, tra la capitale Damasco e la città di Idlib, che si trova verso il confine non la Turchia. Attivisti confermano l’enorme numero di dimostranti protagonisti della giornata. Manifestazioni si segnalano anche a Hama, nel nord, e a Deraa, la città dove cominicarano le ribellioni lo scorso mese di marzo. Testimoni riferiscono di soldati che avrebbero fatto scudo tra i manifestanti e le forze di sicurezza fedeli al governo, proteggendo i civili. Violenze che ieri hanno provocato almeno altre quattro vittime, mentre l’Onu, a causa delle note divergenze in seno al Consiglio di Sicurezza, non è riuscita ad approvare la risoluzione di condanna nei confronti di Damasco. Dal canto suo l’ambasciatore siriano alle Nazioni Unite ha puntato il dito contro i Paesi occidentali, accusandoli di voler ripetere quello che è accaduto con l’Iraq. Il diplomatico ha parlato di “menzogne”, citando Mohammed El Baradei, ex direttore dell’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, secondo il quale Baghdad non aveva armi di distruzione di massa.

Giordania
Giornata di mobilitazione anche in Giordania per chiedere riforme democratiche. La polizia giordana ha usato i manganelli per disperdere centinaia di manifestanti durante la loro marcia in direzione del centro della capitale Amman. L’intervento, secondo le prime notizie, ha provocato almeno una decina di feriti.

Libia
In corso a Istanbul, in Libia, il Gruppo di contatto internazionale sulla Libia. L'incontro, secondo anticipazioni, ha riconosciuto il Consiglio di transizione nazionale dei ribelli come autorità legittima di governo. Il nostro servizio:

E’ la quarta volta dall’inizio della crisi che il Gruppo di contatto si riunisce per fare il punto della situazione. Ma è la prima volta che il vertice guarda al dopo-Gheddafi e alla transizione democratica. In particolare, confermando le dichiarazioni della vigilia, si è discusso di come preparare i ribelli a governare il Paese, a cominciare da quelle regioni della Cirenaica già sottratte al controllo dei lealisti. Il riconoscimento ufficiale della struttura creata dagli insorti come governo della Libia ha richiesto soluzioni sul fronte finanziario. Così, l’Italia consentirà l’utilizzo dei fondi libici congelati come garanzia per concessioni di crediti agli insorti. La Turchia, invece, ha proposto di impiegare tre miliardi di dollari - provenienti dai beni del regime, congelati dalla risoluzione Onu - per fornire aiuti umanitari sia a Tripoli che a Bengasi. Il vertice ha stabilito che i raid continueranno anche durante il Ramadan e che il rappresentante libico all'Onu sarà il negoziatore esclusivo ai colloqui. Sul terreno, intanto, il cammino dei ribelli verso la conquista di Tripoli passa attraverso l’attacco di Brega, mentre il colonnello, riapparso in tv, ha incitato i suoi a marciare sulla già martoriata Misurata. La Gran Bretagna, accogliendo l’invito Nato di questi giorni, ha annunciato l’invio di altri quattro aerei Tornado, in aggiunta ai dodici iniziali, che daranno man forte alla missione dell’Alleanza a protezione di civili. In attesa della svolta sul terreno, c’è da registrare, infine, la presa di posizione del presidente venezuelano, Hugo Chavez, che ha criticato i raid della Nato invitando Gheddafi a resistere.

Yemen
Il presidente dello Yemen, Saleh, è pronto a tornare in patria domenica prossima, in occasione del 33.mo anniversario della sua ascesa al potere. Lo riferisce la Cnn, precisando che il leader di Sanaa, attualmente ricoverato in Arabia Saudita, si è rimesso dalle ferite riportate durante l’attacco contro la sua residenza, avvenuto lo scorso mese di giugno.

Iraq
Cinque dirigenti del vecchio regime iracheno, tra cui due fratellastri di Saddam Hussein, saranno giustiziati per impiccagione nel giro di un mese. Lo ha annunciato un portavoce del Ministero della giustizia di Bagdad, dopo la condanna a morte inflitta loro durante vari processi. Ieri, le forze statunitensi hanno consegnato i cinque prigionieri alle autorità irachene.

Medio Oriente
Nuovi raid aerei israeliani sono stati effettuati la notte scorsa contro la Striscia di Gaza, in risposta ai lanci di razzi palestinesi verso territorio dello Stato ebraico. Per l’agenzia di stampa palestinese Maan, sono state colpite due basi militari di Hamas nel sud della regione. Secondo i militari israeliani, dall'inizio del mese, 15 razzi sono stati sparati da Gaza verso il Neghev.

Usa-Pakistan
Pakistan e Usa hanno deciso di rafforzare l’intesa tra i rispettivi servizi di intelligence nella lotta al terrorismo, dopo la crisi causata dalla recente decisione di Washington di tagliare un terzo dell’assistenza militare annuale a Islamabad. A riportare la notizia la stampa statunitense, che cita un fitto scambio tra i vertici dei due paesi, avvenuto negli ultimi giorni.

India
Proseguono in India le indagini dopo il triplice attentato di due giorni fa a Mumbai, che ha provocato 18 morti e 130 feriti. Il Ministero dell’interno ha ribadito che i Servizi segreti locali non avevano ricevuto informazioni circa l’imminenza degli attacchi. I sospetti – ha precisato – si concentrano anche su picccoli gruppi che operano in clandestinità e con scarsi contatti tra loro.

Turchia
Nato e Unione Europea hanno condannato duramente gli scontri avvenuti ieri in Turchia tra le Forze di sicurezza e i militanti del Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan. Il bilancio è stato di 20 vittime, tra le quali 13 militari colpiti da bombe a mano. Bruxelles continuerà a sostenere il Paese nella sua lotta contro il terrorismo, ha affermato l'Alto rappresentante europeo per la Politica estera, Catherine Ashton. Sulla stessa linea anche il segretario generale dell’Alleanza atlantica, Rasmussen, che ha ribadito piena solidarietà alla Turchia contro la piaga del terrorismo.

Gran Bretagna-intercettazioni
In Gran Bretagna, il primo ministro David Cameron ha definito giusta la decisione di Rebekah Brooks, dimessasi dalla guida di News International, il ramo locale del gruppo Murdoch, dopo lo scandalo intercettazioni che ha travolto il domenicale "News Of The World" da lei diretto. Al suo posto vi sarà Tom Mockridge, finora al vertice della struttura italiana. Intanto, mentre l’Fbi ha annunciato l’apertura di un’indagine, Rupert Murdoch ha reso nota la creazione di una commissione di inchiesta indipendente, guidata da una personalità esterna, con l’obiettivo di verificare le accuse. Il magnate australiano ha ammesso che il suo team ha fatto soltanto “errori minori”.

Italia
Via libera della Giunta per le autorizzazioni della Camera alla richiesta di arresto nei confronti del deputato del Pdl, Alfonso Papa, avanzata dal gip di Napoli nell’ambito sull’inchiesta della cosiddetta P4. Il Pdl non ha partecipato al voto per protesta, lamentando la "violazione del regolamento", mentre la Lega si è astenuta. I voti favorevoli sono arrivati dalle opposizioni sulla base della proposta dell’Italia dei Valori. (Panoramica internazionale a cura di Eugenio Bonanata)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 196








All the contents on this site are copyrighted ©.