Iraq: il 2010 è stato l'anno più difficile per la comunità cristiana
Il 2010 è stato l’anno peggiore per la comunità cristiana in Iraq. Lo denuncia l’organizzazione
per i diritti umani in Iraq Hammurabi. Molti cristiani - riferisce l'agenzia AsiaNews
-sono stati costretti a lasciare il Paese nel timore di uccisioni e violenze di ogni
tipo. Il bilancio delle vittime tra i cristiani negli ultimi sette anni, secondo Hammurabi,
supera la 822 persone. 629 di loro sono stati assassinati per il fatto di far parte
della minoranza cristiana. Altri 126 sono rimasti coinvolti in attentati di vario
genere; altri ancora sono rimasti vittime di operazioni militari compiute dalle forze
americane e irachene. Il 13% delle vittime sono donne. Fra le vittime cristiane del
2010 si contano 33 bambini, 25 anziani e 14 religiosi. Nell’anno 2010 Hammurabi registra
92 casi di cristiani uccisi e 47 feriti; 68 a Baghdad, 23 a Mosul e uno a Erbil. Il
direttore dell'Organizzazione umanitaria Hammurabi, che trae il suo nome dal Codice
di Hammurabi, una fra le più antiche raccolte di leggi conosciute nella storia dell'umanità,
William Warda, ha affermato che attraverso il monitoraggio costante e la documentazione
raccolta risulta che tutte le Chiese cristiane in Iraq - caldei, assiri, siriaci,
armeni -, hanno subito forti perdite nel numero dei loro fedeli, in tutto il Paese.
Il calo appare particolarmente forte a Baghdad e Mosul, dove i cristiani sono concentrati
in numero maggiore. Warda ha aggiunto che in solo anno ci sono stati più di 90 cristiani
assassinati e 280 feriti; e due chiese sono state bersaglio di attentati a Baghdad.
Secondo l’Unicef fra il 2008 e il 2010 i bambini uccisi in Iraq sono stati più di
900, e 3200 i feriti. I bambini rappresentano l’8.1% delle vittime di attentati in
Iraq, dove si moltiplicano gli attacchi contro le scuole e il personale dell’istruzione.
A dispetto della violenza che ancora miete vittime, nella comunità cristiana irachena
non mancano i segnali di una forte vitalità. Il 4 luglio il capo della comunità caldea,
il patriarca Emmanuel Delly III, ha reso visita alla massima autorità religiosa sciita
irachena, Ali al Sistani, e ha sottolineato che si è trattato di “una visita fraterna,
per ribadire l'unità dell’Iraq e degli iracheni musulmani e cristiani”. La settimana
scorsa a Kirkuk, a nord di Baghdad, è stata inaugurata la prima chiesa costruita dopo
l'invasione dell'Iraq del 2003, su un terreno donato dal governo iracheno con il contributo
del Presidente Jalal Talabani, e finanziata dalle offerte dei cristiani iracheni.
(R.P.)