Indonesia. Tavolo di mediazione per la pace in Papua: sì dai leader politici e religiosi
Fra governo indonesiano e rappresentanti della Papua prenderà presto il via un tavolo
ufficiale di negoziato, per affrontare le delicate questioni politiche, economiche
e sociali della regione, detta anche Irian Jaya: è quanto l’agenzia Fides apprende
a margine di una recente conferenza di oltre 550 leader civili e religiosi della Papua,
svoltasi nei giorni scorsi a Jayapura. “Crediamo che il dialogo sia il modo migliore
per trovare una soluzione ai conflitti fra gli indigeni della Papua e il governo indonesiano.
Siamo determinati a trovare una soluzione alle questioni di natura politica, economica,
giuridica, sociale, culturale, o che riguardano i diritti umani in Papua, attraverso
il dialogo: accogliamo con favore l’iniziativa del governo centrale di avere avviato
le attività preparatorie per un dialogo ufficiale, attraverso la mediazione di una
terza parte”. Così recita la dichiarazione congiunta, pubblicata al termine della
“Papua Peace Conference”, in cui i leader civili e religiosi esprimono il desiderio
e l’impegno per la pace e la riconciliazione nella regione. Organizzazioni civili
e religose, Ong, leader poltici, rappresentanti degli studenti e dei movimenti femminili,
capi dei gruppi della resistenza armata attivi in Papua, si sono confrontati sul tema
“Rendiamo insieme la Papua una terra di pace”. Vi hanno partecipato, fra gli altri
mons. Leo Laba Ladjar, vescovo di Jayapura, Tony Wanggai, presidente del “Papua Muslim
Council” e Barnabas Suebu, Governatore della Provincia di Papua. I leader hanno individuato
i problemi e le sfide per il futuro della Papua: tutti hanno concordato nel definire
la pace elemento e scopo prioritario, perché dalla pace e dalla riconciliazione dipendono
e possono poi derivare lo sviluppo socio-economico, il benessere e il progresso della
popolazione locale. I partecipanti hanno indicato i criteri per la scelta dei rappresentanti
della Papua, che saranno incaricati di trattare con il governo centrale indonesiano,
individuando persone che sono ancorate e sono profondi conoscitori della storia e
della tradizione locale, che abbiano qualità diplomatiche, siano leader di comprovata
moralità e trasparenza, conoscitori di materie quali la legalità e i diritti umani.
Oggi la presenza militare indonesiana resta forte in Papua (la metà occidentale dell'isola
della Nuova Guinea), per sedare eventuali nuovi fermenti indipendentisti, di cui sono
accusate le comunità indigene. L'Indonesia ha annesso la Papua al suo territorio nel
1962, dopo un referendum sulla scelta tra indipendenza o integrazione. Al referendum,
però, votarono solo 1.000 uomini prescelti dall'esercito indonesiano. (R.P.)