Crisi delle vocazioni: la Chiesa europea raccoglie le sfide dell'evangelizzazione
“L’Europa di oggi è simile a un malato che avverte sintomi dolorosi che lo fanno soffrire,
ma non ha voglia di andare dal medico per una diagnosi ed è ancora meno disponibile
a sottoporsi a una terapia”. Con questa metafora il vicesegretario del Consiglio delle
Conferenze Episcopali Europee (Ccee), il polacco don Ferenc Janka, ha spiegato la
realtà secolarizzata del Vecchio continente, la crisi delle vocazioni e la necessità
di raccogliere nuove sfide in tema di evangelizzazione, all’indomani della chiusura
del convegno dell’European Vocations Service svoltosi a Horn, in Austria. L’assemblea
riunita, riferisce L’Osservatore Romano, rileva che le vocazioni sono in calo non
solo in Europa, ma in tutto il mondo, tanto che il tema scelto per il dibattito era
“La vocazione è il cuore stesso della nuova evangelizzazione”; tra i relatori anche
mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della
nuova evangelizzazione. “C’è uno stretto nesso tra la malattia dei concetti e dei
comportamenti – prosegue la metafora don Janka – una libertà senza responsabilità,
l’io senza il noi, la scienza senza la fede, l’intelletto senza il cuore, il mondo
senza Dio sono necessariamente malati. La difficoltà delle vocazioni e dell’evangelizzazione,
per essere curate, richiedono consapevolezza della malattia, fiducia nel medico e
disponibilità a seguire le prescrizioni mediche”. Il vicesegretario del Ccee ha sottolineato
la grande intuizione del Concilio Vaticano II: la penetrazione da parte della cultura
vocazionale della pastorale giovanile e familiare, oltre alla cura specifica da riservare
alle vocazioni sacerdotali e alla vita consacrata, perché “Dio chiama personalmente
ognuno di noi e ci affida una specifica vocazione”. “Una vita autenticamente cristiana
e le qualità personali del responsabile per le vocazioni – secondo don Janka – sono
più importanti di ogni tecnica o mezzo di comunicazione”. Infine, ci si è chiesti
su cosa l’Europa debba lavorare di più: se sui metodi, sui linguaggi oppure sui contenuti.
“Solo l’amore è credibile – è la risposta di don Janka – l’amore è anzitutto un’esperienza
di comunione a tre dimensioni: Dio, gli altri e me stesso. La convinzione più errata
dell’uomo di oggi, come di tutte le epoche, è che solo pochissimi altri siano necessari
alla sua realizzazione e di non aver affatto bisogno di Dio”. Quanto ai mezzi, infine,
ovviamente internet è stato individuato come quello principale, in grado di “favorire
un autentico sviluppo integrale della famiglia umana”. (R.B.)