2011-07-14 14:40:43

L’arcivescovo di Tunisi auspica un futuro di democrazia per la nazione


Democrazia e rinnovamento sono le due parole d’ordine che hanno sostituito il concetto di “rivoluzione dei gelsomini” che in Tunisia portò, il 14 gennaio scorso, al rovesciamento del governo di Ben Ali. E una transizione verso la democrazia è anche il sogno della Chiesa tunisina, come scrive l’arcivescovo di Tunisi, mons. Maroun Lahham, in una lettera pastorale datata 24 luglio, giorno simbolo delle prime elezioni in Tunisia, poi rinviate al 23 ottobre. Queste le possibili tappe del processo verso la democrazia: dopo la formazione della Costituente, si attende un anno dedicato alla stesura della Costituzione, quindi un referendum per approvarla e infine le prime libere elezioni legislative e presidenziali. La comunità cattolica tunisina è piccola, appena 22mila persone, tutte straniere, e a loro è rivolta questa lettera intitolata “Ecco, io faccio nuove tutte le cose. Dalla rivoluzione tunisina impariamo che i piccoli sono all’origine del rinnovamento – scrive il presule – e auspichiamo che la nuova Tunisia possa trovare una felice soluzione per ciascuna delle aspirazioni spirituali e religiose dei suoi cittadini e ospiti”. Un augurio al popolo, insomma, che sappia resistere alle tentazioni del dominio, del denaro, del possesso e del facile guadagno personale, è quello della Chiesa, favorevole alla separazione “della Moschea e dello Stato”, ma anche a “una società democratica sana, cioè che abbia come base valori con una radice religiosa, come la libertà, il rispetto, la pace, l’uguaglianza, la solidarietà e l’opzione preferenziale per i poveri”. Ma un punto fermo deve essere anche la questione sicurezza, sebbene non ci sia un vero e proprio pericolo di attacchi terroristici dei fondamentalisti contro i cattolici, in Tunisia. Tuttavia, i tentativi di dare alle fiamme prima una chiesa e poi una scuola gestita da religiose nei giorni scorsi, ha messo in allarme la comunità e spinto l’arcivescovo a chiedere un incontro al Primo Ministro per chiedere un incremento della sicurezza in difesa della comunità. I due episodi, riferisce l'agenzia Sir, sarebbero avvenuti rispettivamente il 24 giugno e il 9 luglio scorsi a Sousse, a 160 km dalla capitale, e il responsabile, un uomo con problemi psichici, sarebbe stato arrestato dalla polizia. “Siamo molto contenti dell’arresto – ha commentato l’arcivescovo – ma vogliamo evitare ulteriori rischi, quindi ho chiesto al governo la presenza di un poliziotto in ognuna delle 11 chiese della Tunisia”. (A cura di Roberta Barbi)







All the contents on this site are copyrighted ©.