Seminario dei vescovi brasiliani sulla comunicazione. Mons. Celli: rinnovare il linguaggio
della Chiesa per toccare il cuore dell'uomo
E’ iniziato ieri, a Rio de Janeiro, il primo Seminario sulla comunicazione per i Vescovi
del Brasile. Promosso dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e dalla
Conferenza episcopale locale, l’incontro desidera offrire uno spazio di riflessione
per rilanciare non solo i mass media cattolici ma anche per rinnovare il linguaggio
della Chiesa di fronte all’evoluzione tecnologica. Il nostro inviato a Rio, Silvonei
Protz, ha intervistato mons. Claudio Maria Celli, presidente del dicastero
vaticano per le comunicazioni sociali:
R. – Credo
che sia una tappa molto importante quella che abbiamo iniziato con i vescovi brasiliani.
La Chiesa brasiliana si interroga, tramite i suoi pastori, su cosa significhi oggi
comunicare, che non è solamente informare, ma è sostanzialmente un annuncio, un annuncio
formulato in un dialogo rispettoso con l’uomo di oggi e un annuncio nella consapevolezza
di ciò che l’uomo oggi sta cercando, ciò di cui l’uomo oggi ha bisogno. Ecco perché
la Chiesa deve interrogarsi, non solo su quelli che sono i contenuti del suo annuncio
- e i contenuti non possono essere che una persona, Gesù Cristo - ma la Chiesa deve
anche interrogarsi sul come annunciare. E qui entra in gioco il tema del linguaggio:
che linguaggio usiamo oggi? Deve essere un linguaggio comprensibile all’uomo di oggi,
capire l’uomo nelle sue sofferenze, nelle sue solitudini: l’uomo di oggi ha bisogno
di calore, ha bisogno di silenzio. L’uomo di oggi molte volte produce solamente baccano
e freddo. Ecco, questo è il grande tema: capire che cosa annunciare, ma nella profonda
conoscenza di ciò che l’uomo porta nel proprio cuore e vedere come la Chiesa può rispondere
a questa esigenza profonda dell’uomo di oggi.
D. – Come la Chiesa può
aiutare l'uomo, a volte frastornato dal rumore dei media?
R. – Io penso
che la Chiesa, attraverso i media, che sono a sua disposizione debba sostenere questo
atteggiamento di ricerca dell’uomo. Siccome oggi la società produce baccano, produce
rumore, per l’uomo di oggi è difficile alle volte comprendere il senso profondo della
parola che la Chiesa ha nel suo cuore, nelle sue mani, da offrire. Questo è un problema
che si pone quotidianamente: l’educazione al silenzio per meglio ascoltare, l’educazione
al silenzio per meglio comprendersi, perché l’uomo oggi fa fatica a ritrovare se stesso
e alle volte ha bisogno di baccano per non cercare nel suo cuore quali sono le esigenze
più vere e più profonde. La Chiesa, proprio attraverso i suoi mezzi, non solo deve
annunciare, ma proprio deve creare e deve favorire l’uomo in questa ricerca. Lei ricorda
cosa diceva Platone, facendo l’Apologia di Socrate? Che se l’uomo non ha un atteggiamento
di ricerca nella sua vita, è una vita che non è degna di essere vissuta. Ora la Chiesa
deve aiutare l’uomo in questa ricerca. Ricorda cosa dicevano i nostri grandi Pontefici
del Concilio? La Chiesa è esperta in umanità e la Chiesa può aiutare l’uomo in questa
ricerca e lo deve sostenere, perché oggi, a volte, il mondo dice che non devi cercare.
E’ un tipo di società, che ha già tutto ben preparato ciò che vuole, direi quasi violentando
questa ricerca interiore dell’uomo. Per me questa è una grande missione della Chiesa
nel contesto di oggi. (ap)