Gmg: dal Libano in 1000 per costruire ponti di dialogo e di pace
“Un’occasione unica per pregare, conoscere un nuovo Paese e culture diverse, fare
nuove amicizie e, cosa più importante, proclamare l’amore di Dio in tutte le lingue”.
E’ con queste motivazioni che Ribel Elias, giovane maronita di 27 anni, di professione
ingegnere geotecnico, impegnato nel movimento dei laici vincenziani, parteciperà alla
prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, dal 16 al 21 agosto, insieme
a circa 1000 suoi giovani connazionali. “Un numero - racconta all’agenzia Sir - che
non tiene conto di molti altri che partiranno da varie parti del mondo. Dalla sola
Australia ne arriveranno 300”. Tutti posti sotto l’egida della locale Commissione
episcopale per l’apostolato dei laici, i pellegrini rappresentano diocesi, parrocchie
e gruppi di tutto il Paese dei Cedri. La condivisione di fede e l’annuncio del Vangelo
restano gli obiettivi centrali della partecipazione libanese a Madrid, tuttavia, aggiunge
Ribas, “abbiamo il desiderio di condividere anche la nostra vita e la nostra tradizione.
C’è una frase – afferma - che nessun libanese deve mai dimenticare, sono parole di
Giovanni Paolo II pronunciate nel maggio del 1997 nel corso della sua visita nel nostro
Paese: ‘il Libano è più di una nazione, è un messaggio’. Parole che sono incise nei
nostri cuori e che ci dicono che la missione dei giovani libanesi è quella di costruire
ponti di pace e di dialogo tra persone, famiglie e comunità diverse. Ed è ciò che
vogliamo fare con i giovani che incontreremo e con i quali parleremo e pregheremo”.
A chi parla di “Primavera araba” a Madrid, riferendosi alla presenza dei giovani mediorientali
in Spagna, il giovane maronita dice: “parlare di ‘Primavera araba’ potrebbe essere
fuori luogo anche perché tutto quello che si scrive e si legge a riguardo potrebbe
non essere accurato e riflettere completamente la realtà. Personalmente credo che
una primavera araba, sia essa musulmana o cristiana oppure ebraica, non avrà mai luogo
fintanto che gli uomini sceglieranno di affidarsi ai leader politici ed ai regimi
piuttosto che a Dio, fonte ultima dell’amore e della pace”. Circa la presenza dei
giovani mediorientali alla Gmg il Sir si è già occupato, oltre che dei libanesi, di
israeliani, palestinesi, giordani, egiziani ed iracheni. (R.G.)