Mentre a Damasco si discute di possibili modifiche alla Costituzione, la Francia sottolinea
che il presidente siriano “ha superato ogni limite”. Gli Stati Uniti affermano che
ha perso legittimità. Ieri le ambasciate di Parigi e Washington a Damasco sono state
attaccate da sostenitori di Assad. Il servizio di Fausta Speranza:
Per il primo
ministro francese, François Fillon, il “silenzio” del Consiglio di sicurezza delle
Nazioni Unite sulla Siria diventa “insopportabile”. Parlando ai microfoni di Europe
1, Fillon conferma che Parigi ha presentato insieme con altri Paesi europei una risoluzione
davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu, bloccato dalla Russia e dalla Cina. Il
primo ministro francese parla di fuga in avanti del regime siriano dopo che ieri manifestanti
pro-regime a Damasco hanno assalito le ambasciate di Francia e di Stati Uniti per
protestare contro la visita degli ambasciatori di questi due Paesi nella città ribelle
di Hama. E guardiamo dunque anche alla reazione di Washington: il segretario di Stato,
Hillary Clinton, dice chiaramente che il presidente siriano Bashar al-Assad “ha perso
ogni legittimità” e non è nell'interesse degli Usa che continui a restare al potere.
“Non ha onorato le sue promesse e – aggiunge la Clinton - ha cercato e accettato l'aiuto
dell'Iran per reprimere il suo popolo”. Per questi motivi - sentenzia - agli occhi
degli Usa Assad “non è indispensabile” alla Siria, piuttosto l’obiettivo è che sia
realizzata la volontà di trasformazione democratica del popolo siriano”. Parole che
sono giunte a Damasco quando ormai era notte, e che pesano come un macigno sugli ormai
fragilissimi equilibri diplomatici ancora esistenti tra Siria e Stati Uniti. In mattinata
risponde il ministro siriano degli Affari esteri parla di una prova ulteriore della
flagrante ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni siriani” e accusando Washington
di “provocare e di incitare al proseguimento della crisi”.