Otto Paesi controllati dal Comitato Onu che combatte la discriminazione contro le
donne
Sulle carte internazionali i diritti delle donne sono in massima parte del mondo garantiti,
ma se guardiamo alle legislazioni nazionali sono ancora molti i Paesi, che non li
hanno recepiti, e ancor di più sono gli Stati - soprattutto arabi - dove le donne
non godono di condizioni di parità rispetto agli uomini, sovente legalmente o nei
fatti discriminate. Ben 186 Paesi su 192 membri dell’Onu hanno infatti ratificato
la Convenzione per eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne, 139 sanciscono
l’uguaglianza nelle loro Costituzioni, ma pure le donne continuano a patire violenze,
ingiustizie, abusi, discriminazioni in famiglia, nel lavoro, nella società. E per
questo continua incessante l’attività del Comitato incaricato dall’Onu di controllare
l’applicazione della Convenzione (Cedaw), adottata nel dicembre 1979, in vigore dal
1981, il 3 settembre saranno 30 anni. Formato da 23 esperti indipendenti il Comitato
convocato a New York, valuterà la condizione femminile in otto Paesi sparsi tra Africa,
America Latina, Europa, Africa, a partire oggi dalla Costa Rica (12), a seguire con
Zambia (13), Italia (14), Etiopia (15), Corea del Sud (19), Nepal (20), Gibuti (21)
e Singapore (22). Durante le sessioni, che sono pubbliche, gli esperti interrogano
i rappresentanti governativi su come stiano garantendo alle donne di esercitare i
propri diritti cosi come configurati nella Convenzione, composta di trenta articoli.
Il Comitato, che svolgerà anche incontri privati per raccogliere denunce di violazioni
da parte di singoli o gruppi, produrrà infine le sue raccomandazioni perché ogni governo
s’impegni maggiormente per le donne nel proprio Paese. Rapporti che saranno resi noti
il 29 luglio, sperando che non restino parole al vento, ma siano ampiamente pubblicizzati.
In programma anche una seduta aperta il 18 luglio dedicata alle donne nei conflitti
armati e nelle situazioni postbelliche. (A cura di Roberta Gisotti)