Pakistan: il Punjab non rispetta la quota per le minoranze. Prosegue il lavoro
di Paul Bhatti
Su 65 posti vacanti al District Coordination Officer di Khanewal, in Pakistan, nessuno
è stato ricoperto da un cristiano, come invece imporrebbe la quota del 5% riservata
alle minoranze, che fu introdotta anche nella legislazione del Punjab dal ministro
per le Minoranze, Shahbaz Bhatti, ucciso il 2 marzo scorso. La mancanza di cristiani
tra gli assunti ha scatenato la protesta della minoranza, che l’8 luglio scorso è
scesa in strada per manifestare davanti alla sede dell’ufficio governativo, come racconta
l'agenzia AsiaNews: “Sono rimasto scioccato quando ho visto solo musulmani tra gli
assunti – è la testimonianza di padre Yaqoob Masih, diocesi di Khanewal – noi cristiani
non abbiamo alcun organismo cui poterci rivolgere, siamo orfani nel nostro stesso
Paese”. Il sacerdote si riferisce all’abolizione del Ministero per le Minoranze, declassato
al rango di dipartimento provinciale, disposto dal governo centrale il 30 giugno scorso.
Il governo, tuttavia, ha promesso l’istituzione di un nuovo ministero, per l’Armonia
e i diritti umani, che dovrebbe assorbire e mantenere a livello federale parte delle
deleghe di quello per le Minoranze, ma allo stato attuale questa resta solo una promessa.
“Le minoranze hanno diritto di protestare – rispondono dal District Coordination Officer
di Khanewal – ma è responsabilità della commissione considerare la quota del 5%”.
Intanto prosegue il lavoro del consigliere speciale del primo Ministro per gli Affari
delle minoranze religiose, il cattolico Paul Bhatti, fratello di Shahbaz. Bhatti ha
presentato un piano d’azione che sarà possibile mettere in pratica solo “se in Pakistan
reggeranno le istituzioni democratiche” e di cui ha parlato in esclusiva con l’agenzia
Fides. Innanzitutto ha rilevato le problematiche che nel Paese rendono difficile la
vita delle minoranze e ne limitano i diritti: instabilità dei governi, crescita dell’estremismo,
leggi discriminatorie come quella sulla blasfemia, aumento delle attività terroristiche,
povertà, analfabetismo e scarso accesso all’istruzione. Da qui la necessità di compiere
alcuni passi fondamentali: a livello locale, ad esempio, la promozione di attività
culturali e iniziative di dialogo, l’imposizione di restrizioni e sanzioni ai discorsi
che incitano all’odio e alla violenza; a livello giuridico, una revisione di leggi
e pratiche discriminatorie e l’assistenza legale e finanziaria alle vittime. L’11
agosto prossimo il governo pakistano dovrebbe appoggiare la celebrazione della Giornata
per le Minoranze del Pakistan. (A cura di Roberta Barbi)