Giornata della popolazione: vicini ai 7 miliardi. Risorse sufficienti per tutti se
distribuite con equità
Ricorre oggi la Giornata mondiale della popolazione 2011, anno che segnerà la nascita
del sette miliardesimo bimbo sul nostro Pianeta. “Un traguardo importante” - sottolinea
il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon – “per celebrare la nostra comune identità
e la nostra diversità”, ponendo sempre attenzione alle persone che in tutto il mondo
“aspirano ad ottenere diritti universali che le Nazioni Unite sostengono con orgoglio
lavorando senza sosta per ottenerli.” Roberta Gisotti ha intervistato la prof.ssa
Sveva Avveduto, direttore dell’Istituto di ricerche sulla popolazione e le
politiche sociali del Cnr:
D. – Prof.
ssa Avveduto, entro quest’anno saremo 7 miliardi ad abitare la Terra. Questo dato
- ci veniva detto da molti esperti - ci dovrebbe spaventare; nei decenni passati l’aumento
della popolazione è stato visto infatti con grande preoccupazione; non ci saranno
risorse sufficienti, si diceva: poi negli ultimi anni si è rassicurato che le risorse
invece ci sono. Dov’è la verità?
R. – Io direi, in due parole, che le
risorse ci sono e che il problema è la loro distribuzione iniqua, perché tutte vanno
ad una percentuale molto piccola della popolazione mondiale, mentre invece una percentuale
molto grande non può godere di queste risorse che il Pianeta effettivamente ha. Gli
avanzamenti della ricerca scientifica e delle tecnologie, sicuramente garantiscono
una capacità di accedere a queste risorse in maniera più equa. Quindi, gli strumenti
ci sono, ci vuole ora una volontà politica e sociale di distribuire queste risorse
in maniera equa. Da questo punto di vista, quindi, l’aumento della popolazione non
dovrebbe in assoluto spaventare. E’ anzi un indice di benessere della popolazione:
perché se una popolazione cresce, vuol dire che sta bene.
D. – Lo stesso
Ban Ki-moon nel suo messaggio per la Giornata odierna sottolinea: “Abbiamo abbastanza
cibo per tutti, eppure quasi un miliardo di persone soffre la fame”. A tale proposito,
credo che negli ultimi anni i quadri demografici siano fortemente condizionati dai
flussi migratori...
R. – Sì, il problema della fame è un problema tragico,
presente e assolutamente reale e come dicevo prima va risolto anche in maniera politica,
difendendo il diritto delle persone, chiunque esse siano, all’accesso alle risorse.
La popolazione mondiale non è una popolazione statica, in nessun senso: è una popolazione
dinamica, anche in senso migratorio, e vediamo il nostro stesso Paese, che è stato
un Paese di migrazione fino a pochi decenni fa, e che da un paio di decenni è un Paese
di immigrazione. I flussi migratori portano probabilmente qualche problema, ma sicuramente
ricchezza, competenze nuove, forze di lavoro nuove e sicuramente una nuova popolazione.
Ad esempio in Italia, la crescita dei cittadini che provengono da altri Stati è superiore
a quella dei cittadini italiani: l’inversione della tendenza alla crescita zero, è
dovuta proprio all’immissione di cittadini di altri Paesi, e questo è un dato da ritenersi
positivo.
D. – Al di là dei flussi migratori, per quanto riguarda appunto
la suddivisione del mondo tra Nord, Sud, Ovest ed Est, a che punto siamo negli equilibri
di distribuzione della popolazione nel mondo?
R. – Gli equilibri, se
così posso dire, sono piuttosto ‘squilibrati’, nel senso che c’è una popolazione europea
che è sicuramente votata ad un invecchiamento complessivo abbastanza forte. Noi vediamo
che in quasi tutti i Paesi europei e nell’Europa geograficamente intesa nel suo complesso,
la popolazione invecchia sempre di più, mentre invece la popolazione del Sud del mondo
cresce e ringiovanisce. Quindi, da questo punto di vista l’asse è piuttosto squilibrato.
D.
– Lei pensa che l’organizzazione politica del Pianeta sia al passo con i cambiamenti
demografici?
R. – Io direi che l’organizzazione politica debba mettersi
al passo con i cambiamenti demografici, perché altrimenti saranno i cambiamenti demografici
a sommergerla. La non conoscenza delle tendenze della popolazione e della demografia,
quindi, può essere non importante nel breve periodo o nell’imminente, ma sicuramente
è importantissima per una politica generale dei vari Paesi e quindi del Pianeta.
D.
– Eppure di questa Giornata mondiale della popolazione si parla poco...
R.
– Sì, se ne parla molto nei circoli ristretti di addetti ai lavori ma in realtà complessivamente
è un argomento che non è sentito e non sembra essere così importante come altri che
riguardano ad esempio il cambiamento climatico o i cambiamenti geografici dell’ambiente.
Sicuramente, però, l’impatto delle tendenze demografiche anche sull’assetto complessivo
del nostro Pianeta, è importantissimo. (ap)