2011-07-11 08:29:42

Bosnia: negato ai cattolici il diritto alla patria, denuncia mons. Franjo Komarica


"In Bosnia la comunità internazionale chiude gli occhi davanti a gravi violazioni di diritti umani fondamentali": a denunciarlo all’“Aiuto alla Chiesa che Soffre” (Acs) è stato mons. Franjo Komarica, vescovo di Banja Luka nella Repubblica Serba di Bosnia (Sr), in visita nei giorni scorsi in Svizzera su invito dell’Opera di diritto pontificio. Il presule - riferiscono le agenzie Sir e Apic che lo ha intervistato - ha raccontato che a 15 anni dalla fine della guerra ai cattolici non è permesso far ritorno nelle proprie case. "Si tratta di un crimine, della negazione di uno dei diritti fondamentali dell'uomo: il diritto alla patria". Durante la guerra, nella sola diocesi di Banja Luka, oltre 70mila cattolici sono stati cacciati dai villaggi e, ad oggi, solo in 5.800 si stima, abbiano potuto farvi ritorno. Una possibilità che non è stata invece negata a più di 250 mila musulmani che già da tempo hanno ripreso possesso delle proprie abitazioni: "Un'ulteriore prova - ha detto il vescovo - di come oggi la pulizia etnica sia un'ingiustizia di fatto tollerata". Questa "sconvolgente espulsione" della minoranza cattolica è stata confermata anche da Valentin Inzko, dal 2009 rappresentante speciale dell'Unione europea per la Bosnia Erzegovina. Il diplomatico austriaco ha dichiarato "quanto sia difficile per i cattolici trovare un lavoro e quanto essi si sentano svantaggiati e discriminati dalle autorità". Inzko ha inoltre espresso la sua intenzione di incalzare il governo locale - non appena questo si sarà insediato - per quel che concerne la difesa degli interessi della minoranza cattolica. A diversi mesi dalle elezioni dello scorso ottobre, però, nel Paese la formazione di un governo comune rimane un obiettivo lontano. Per il nunzio apostolico in Bosnia Erzegovina, mons. Alessandro D'Errico, "il fattore decisivo per il futuro della nazione sarà il miglioramento della situazione sociale. Dobbiamo dare delle prospettive concrete soprattutto ai giovani, altrimenti le cercheranno altrove". Il nunzio ha anche sottolineato l'importanza delle cosiddette "scuole europee", frequentate sia da cristiani che da musulmani e fortemente impegnate in favore della riconciliazione. Nel 2010 l’Acs ha realizzato progetti nel Paese per un valore totale di quasi 600mila euro. (A cura di Lisa Zengarini)







All the contents on this site are copyrighted ©.