L’appello dei vescovi dell’Africa dell’Est: servono più università cattoliche
Il continente africano ha bisogno di più università cattoliche e soprattutto di un’istruzione
di qualità: è l’appello lanciato dai vescovi dell’est dell’Africa riuniti nella loro
17.ma assemblea plenaria che prende il nome di Associazione dei membri delle Conferenze
episcopali dell’Africa dell’est (Amecea) e che riunisce i rappresentanti di otto episcopati:
Eritrea, Etiopia, Kenya, Malawi, Sudan, Tanzania, Uganza e Zambia, con Seychelles
e Somalia come membri affiliati. L’associazione tra le Conferenze episcopali del continente,
in effetti, ricorda l'agenzia Zenit, nacque nel 1961 proprio per promuovere la diffusione
dell’istruzione universitaria in Africa. Padre Charles Kitima, dell’università cattolica
di Sant’Agostino in Tanzania, ha esortato il clero a fare di più: se, dopo 50 anni,
infatti, l’Amecea ha aperto sette università nazionali nel continente, in America
solo i Gesuiti ne hanno 28, mentre in Tanzania l’obiettivo è di realizzarne di nuove
per arrivare a 17 in tutto entro il 2020. Padre John Maviiri, vicepresidente dell’università
cattolica est Africa, pone l’accento, invece, sull’adeguatezza dell’istruzione e raccomanda
l’istituzione di un Consiglio superiore che regoli gli atenei. Entrambi, comunque,
riconoscono il valore che hanno le università cattoliche nell’attività di promozione
della pace, della riconciliazione, della giustizia e contro le rivalità di natura
etnica. “Nella nostra evangelizzazione – afferma il cardinale Medardo Mazombwe, vescovo
emerito di Lusaka, in Zambia, e fondatore dell’università cattolica dell’est Africa
di Nairobi – l’istruzione superiore è la priorità numero uno, dobbiamo dare competenza
alle persone”. (R.B.)