Minori sempre più preda dell'alcol: convegno promosso dall'Ospedale Pediatrico Bambino
Gesù
Inizia domani a Roma, presso il Palazzo delle Esposizioni, il primo Convegno Nazionale
organizzato dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù sulla “Sindrome Metabolica in pediatria”.
Si farà il punto della situazione su un fenomeno che sta dilagando sempre di più fra
i giovanissimi: l’uso e abuso di alcool. Secondo le ultime statistiche dell’Istituto
Superiore della Sanità, in Italia, beve il 42% dei minorenni maschi e il 21% delle
femmine. E il dato ancora più preoccupante riguarda gli under 16: diciotto su cento
fanno consumo di sostanze alcoliche. Eliana Astorri ne ha parlato con il
prof. Valerio Nobili, responsabile dell'Unità di epatologia all'Ospedale Bambino
Gesù:
R. – I dati
purtroppo non sono buoni, anzi sono dati molto allarmanti, perché stimiamo un numero
globale di circa 400 mila ragazzi, tra i 12 e i 17 anni, che fanno uso, e a volte
anche abuso, di alcol, e non solo nel weekend come in genere si tenta di dire.
D.
– E’ sconvolgente che oltre agli adolescenti sia un fenomeno in aumento anche fra
i bambini!
R. – Sì, questo per certi versi è l’aspetto che ci ha sorpreso
di più, e cioè l’età che si è leggermente abbassata negli ultimi quattro, cinque anni,
in quanto adesso non è raro vedere bambini di 12, 13 anni, consumare bevande alcoliche.
D.
– L’uso di alcol porta ovviamente a quali conseguenze gravi?
R. – Come
tutti sappiamo l’organo bersaglio dell’alcol è il fegato. Lei consideri che parallelamente
all’aumento del numero dei bambini che bevono c’è il boom del problema obesità e che
anche nel problema obesità l’organo più danneggiato è il fegato. Ecco perché noi,
che facciamo i pediatri e facciamo anche gli epatologi, stimiamo che negli anni a
venire questi ragazzi avranno grossi problemi epatici in un numero sproporzionatamente
più grande di quello che vedevamo 10, 15, 20 anni fa.
D. – Avranno problemi
epatici, ma questi ragazzi potrebbero anche essere dei potenziali alcolisti in età
adulta?
R. – Questo è scientificamente dimostrato: prima si comincia
a bere, più facile è il fatto che si diventi dipendenti dall’alcol. Sono tantissimi
gli studi letterari che dimostrano questo aspetto. Ovviamente, prima si comincia a
bere, prima insorge il danno epatico e minore è l’aspettativa di vita di un soggetto
che beve.
D. – Cos’è la drincoressia?
R. – Questa è un’altra
delle bellissime mode che i nostri giovani importano da oltre frontiera: tenersi a
digiuno assoluto e poi farsi una grossa bevuta. Voi conoscete il detto popolare di
non bere mai a stomaco vuoto ... e loro fanno esattamente il contrario. Pertanto,
l’effetto dell’alcol non viene mediato dal cibo dentro lo stomaco, ma è diretto e
dannoso totalmente sul fegato.
D. – Quindi, per ubriacarsi più velocemente?
R.
– Sapete che sono sempre alla ricerca del fenomeno “sballo”, e questo gli dà un’entrata
immediata di alcol nel circolo sanguigno. L’effetto che ne deriva è sproporzionatamente
molto più grave.
D. – Come sarà strutturato il Convegno nazionale?
R.
– Io sono orgoglioso di avere organizzato il Convegno, sempre con il supporto del
mio ospedale, perché avremo la presenza della professoressa Sonia Caprio, che è colei
che dirige il dipartimento di pediatria dell’Università americana di Yale. Poi avremo
tutti gli esperti nazionali, che si dedicano appunto a questa problematica e che,
stando alle stime attuali del nostro Ministero, coinvolge circa un milione e duecentomila
bambini. Quindi, un danno sociale molto, molto importante.
D. – Oltre
ovviamente al danno sulla salute di queste persone – questi bambini e adolescenti
– tutto questo ha anche un costo?
R. – Questa è una domanda molto pertinente.
Io vi posso dire che poterlo quantificare qui da noi non è molto facile. Considerate
soltanto che per la patologia fegato grasso, e tutto quello che è correlato, in America
ogni mattina circa il 4, 5 per cento della forza lavoro non si reca a lavoro. Immaginate
appunto il danno che questo produce sul Pil di una nazione. E vi posso garantire che
in Italia abbiamo sostanzialmente le stesse percentuali! (ap)