Giustizia al femminile nel Rapporto della nuova agenzia dell’Onu per le donne
“Il progresso delle donne nel mondo: nell’ambito della giustizia”. Pubblicato ieri
il primo rapporto della nuova agenzia dell’Onu “Un Women”, nata nel gennaio scorso
dalla fusione di quattro organismi delle Nazioni Unite già impegnati nel campo dei
diritti delle donne. Il servizio di Roberta Gisotti.
Ancora oggi,
la legge non è uguale per le donne rispetto agli uomini in troppi Paesi del mondo.
Michelle Bachelet, ex presidente del Cile, alla guida della neonata agenzia Onu ha
scelto il tema della giustizia per fare il punto sull’emancipazione femminile. Si
apre con un paradosso il rapporto: se il secolo passato ha visto espandersi in ogni
regione del Pianeta i diritti delle donne, pure questi diritti per la maggior parte
delle donne non si sono tradotti in eguaglianza e giustizia. 100 anni fa solo due
Paesi riconoscevano il voto alle donne mentre oggi tale diritto è praticamente universale;
ben 186 Paesi - su 192 rappresentati all’Onu - hanno ratificato la Convenzione per
eliminare ogni forma di discriminazione contro le donne e 139 Stati sanciscono l’uguaglianza
nelle loro Costituzioni. Eppure norme inadeguate e lacunose applicazioni rendono queste
garanzie vuote promesse, di alcun impatto sulla vita quotidiana delle donne. Tanto
che abbiamo 600 milioni di donne, più della metà delle lavoratrici nel mondo, occupate
in impieghi precari, intrappolate in lavori insicuri, spesso fuori legge. A dispetto
poi dei progressi legislativi, milioni di donne subiscono violenze nella vita privata,
generalmente per mano dei loro partner, abusi all’interno delle coppie, sottaciuti
nel 90 per cento dei casi e che non vengono puniti in ben 127 Paesi. Senza contare
– denuncia il rapporto Onu - che la violenza sessuale delle donne è un carattere distintivo
nei moderni conflitti.
Ma si può tenere forzatamente indietro le donne
senza compromettere il progresso dell’umanità? Quanti studi hanno già dimostrato che
la parità per le donne è la chiave di volta per lo sviluppo dei Paesi poveri e che
valorizzare il genio femminile è fondamentale per rafforzare le democrazie nei Paesi
ricchi? Da qui 10 suggerimenti elaborati nel rapporto: appoggiare le organizzazioni
delle donne in ambito legale, incrementarne la presenza nelle strutture giuridiche
e di polizia, favorirne l’accesso alla giustizia e sostenerle nei processi legali,
controllare l’equità degli iter giudiziari, rafforzare i programmi di riparazione
dei torti subiti, inserire le quote rosa per aumentare le parlamentari, porre l’uguaglianza
delle donne al centro degli obiettivi del Millennio. Un piano d’azione ambizioso che
difficilmente potrà però realizzarsi se non disporrà dei necessari finanziamenti.
Michelle Bachelet aveva infatti previsto di raccogliere per la sua agenzia 500 milioni
di dollari da parte di Stati e organizzazioni internazionali, ma ne ha incassati finora
solo 80. Le donne contano ancora poco.