2011-07-06 14:28:30

India: gli estremisti indù accusano un giovane cristiano di rapimento e conversioni forzate


“Classico esempio di accuse infondate e costruite ad arte”. Questo il commento di Sajan K. George, presidente del Consiglio globale dei cristiani in India (Gcic), rilasciato all’agenzia AsiaNews, riguardo l’arresto per rapimento e conversione forzata di un altro giovane, avvenuto il 2 luglio scorso, ad Uppinangady nel Karnataka, Stato dell’India sud-occidentale. L’accusa è di oltraggio al sentimento religioso ed intimidazioni criminali. Praveen D’Souza, questo è il nome del giovane ventinovenne, avrebbe conosciuto un adolescente indù Kartik, 14 anni, studente della Kanchana, High School, circa un anno fa. Katik era scappato da casa per tre mesi e in quel periodo il cristiano, secondo le accuse avrebbe “fatto pressioni” per spingere il giovane indù a convertirsi al cristianesimo. Pravaan si è consegnato alla polizia che l’ha incriminato secondo le leggi penali contro l’offesa dei sentimenti religiosi e le intimidazioni criminali, punibili con multa e dentizione fino a 4 anni. “Gli estremisti sono andati con la polizia a casa di Praveen – spiega all'agenzia AsiaNews Sajan George - e non avendolo trovato hanno arrestato suo fratello, minacciando i genitori di terribili conseguenze se il figlio non si fosse arreso”. Secondo le prime indagini della Gcic, Kartik sarebbe invece fuggito di casa per sfuggire ai maltrattamenti della sua matrigna. Praveen gli avrebbe allora offerto vitto ed alloggio. Dopo un periodo nel quale Kartik avrebbe assistito alle preghiere della famiglia del cristiano, sarebbe ritornato a casa e scoperto l’accaduto, gli attivisti del Sangh Parivar hanno inventato la ricostruzione della conversione forzata. L’udienza, prevista ieri, è stata rinviata e Praaven è ancora in carcere. (G.I.)







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