2011-07-05 15:42:15

Proteste e vittime nel mondo arabo: in Libia proseguono le trattative tra Tripoli e Bengasi


Nuove proteste in Siria: epicentro la città di Hama presa d’assalto dai soldati del presidente Bashar al Assad. Manifestazioni e cortei anche in Egitto, mentre in Libia vanno avanti le trattative tra Bengasi e Tripoli. Il governo punta il dito contro la Nato accusandola di ostacolare i colloqui con i ribelli e di colpire nei raid i civili. Oggi, il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Rasmussen, ha dichiarato: "Dopo la partenza di Gheddafi, l’Onu dovrà prendere il testimone per guidare il popolo libico verso la democrazia". Sulla questione libica però Russia ed Occidente continuano ad essere in disaccordo. Il servizio Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Nei Paesi del mondo arabo il grido del popolo continua a farsi sentire, così come la violenza messa in atto dai governi per reprimere manifestazioni e proteste. In Siria, è sotto assedio la città di Hama: qui da ieri sono in corso retate e rastrellamenti e i soldati del presidente Assad hanno arrestato centinaia di persone. Almeno 3 i morti, oltre 40 invece i feriti. A Damasco, Aleppo ed Homs la gente è scesa in piazza e la polizia ha sparato ad altezza uomo, lanciando lacrimogeni e usando manganelli per disperdere la folla, mentre al confine con la Turchia i profughi hanno annunciato uno sciopero della fame in segno di protesta contro la repressione. In Egitto, i manifestanti sono tornati ad accamparsi a piazza Tahrir e da, ieri sera, alcune centinaia di persone, hanno bloccato la strada fra il Cairo e Suez dopo che un tribunale ha rilasciato su cauzione 10 poliziotti incriminati per le uccisioni della rivolta iniziata il 25 gennaio. Sul fronte libico vanno avanti le trattative tra il Consiglio nazionale transitorio e rappresentanti del regime e intanto questa mattina i ribelli hanno sventato un attentato nella città di Bengasi, contro diplomatici e giornalisti. Non si fermano poi i raid della Nato: nel mirino alcuni quartieri di Tripoli e la zona di Bab al-Aziziya, dove si trova il compound di Gheddafi. Sulla Libia, Russia ed Occidente continuano ad essere in disaccordo. Mosca chiede il cessate il fuoco, l’Onu ha risposto di non aver disatteso le consegne imposte dalla risoluzione 1973 e di dover proteggere i civili. Entrambi però guardano al futuro del Paese senza il raìs. Dalla Tunisia arriva infine una nuova condanna contro l’ex leader Ben Alì: 15 anni di reclusione per traffico di armi e droga.







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