Canada: per i vescovi del Québec le rivelazioni “private” vanno trattate con prudenza
Come devono essere trattate nella Chiesa le cosiddette rivelazioni private? Che cosa
sono esattamente? Che rapporto hanno con la Rivelazione? Quali i criteri per determinarne
l’autenticità? Sono le domande a cui cerca di rispondere una nota preparata dal Comitato
teologico dell’Assemblea dei vescovi del Québec (Aecq) che si propone appunto di fare
chiarezza su una questione che interpella non di rado pastori e agenti pastorali.
A cominciare dal termine: secondo i vescovi del Québec, alla dizione “rivelazioni
private” andrebbe più correttamente preferita quella indicata dal Concilio di Trento
di “rivelazioni speciali” o “particolari”. Con queste – spiega la nota – si intendono
quelle manifestazioni di origine divina che fanno conoscere verità nascoste relative
a una determinata situazione della Chiesa o del mondo . Esse, ricordano i vescovi,
“possono assumere diverse forme: visioni, apparizioni, estasi, messaggi, lettere dal
cielo, segreti, sogni, chiaroveggenze e profezie e sono presenti nella storia del
cristianesimo sin dalle sue origini. Basti pensare ad esempio alle visioni di Teresa
d’Avila nel XVI secolo e alle numerosi apparizioni della Vergine nel XIX a Lourdes,
a La Salette, nella cappella di Rue du Bac a Parigi, a Fatima nel XX secolo”. Dopo
alcune spiegazioni teologiche sul rapporto tra rivelazioni speciali e la rivelazione
generale - che è il modo in cui Dio si fa conoscere all’uomo e vale per la Chiesa
in ogni tempo e in ogni luogo - il documento propone alcuni spunti di riflessione
sulla loro autenticità, perché , rileva, “le rivelazioni particolari hanno sempre
comportato rischi di esagerazioni ed eccessi di ogni sorta”. Esso individua in proposito
tre criteri: la fedeltà al Vangelo, i frutti spirituali per i fedeli e il riconoscimento
ufficiale del vescovo. Un riconoscimento - sottolinea la nota - che richiede “la massima
prudenza”, per evitare manipolazioni e derive superstiziose che nulla hanno a che
vedere con la fede autentica. Una rivelazione privata può introdurre nuove espressioni
della fede, fare emergere nuove forme di pietà popolare, o approfondire quelle più
antiche. Essa può avere un carattere profetico ed essere un valido aiuto per comprendere
e vivere meglio il Vangelo oggi. In questo senso non può essere trascurata: “È un
aiuto che ci viene offerto” di cui possiamo servirci a condizione però che “nutra
la fede, la speranza e la carità che sono per tutti la via permanente della salvezza”.
I vescovi del Québec ricordano quindi, in conclusione, che la rivelazione particolare
non aggiunge nulla alla rivelazione generale “che è acquisita e universale”, perché
Gesù che ci ha rivelato Dio “è la Parola unica e definitiva donata all’umanità”. (A
cura di Lisa Zengarini)