2011-07-04 14:23:56

Venezuela: nel bicentenario d'indipendenza i vescovi chiedono di risanare il tessuto sociale


Risanare l'odierno tessuto sociale "fratturato, aggressivo e violento": l’invito dei presuli venezuelani rivolto a tutti i cittadini del loro Paese nel Bicentenario dell'indipendenza nazionale, che sarà celebrato domani 5 luglio. Nell’esortazione, giunta al termine della loro Assemblea plenaria, i vescovi chiedono di impegnarsi "alla luce del Vangelo nella trasformazione della società". I presuli ritengono che la prima sfida civile del Paese sia consolidare la sua vocazione pacifica, integrando i complessi fenomeni della globalizzazione con le esigenze dell'integrazione regionale. La situazione "socio-politica del Paese è ogni giorno più difficile”, denunciano i vescovi. "Mentre molte nazioni vivono uno sviluppo sistematico, progressivo e accelerato, il Venezuela patisce invece – sottolineano - un deterioramento economico e sociale grave”, a rischio di “restare al di fuori dei cambiamenti che consentono lo sviluppo sostenibile". In questo contesto preoccupante i vescovi evidenziano la situazione delle carceri, la profanazione di immagini religiose, le ambiguità nella protezione e difesa dei diritti umani e l'inefficienza dello Stato di fronte ai molteplici problemi. I presuli venezuelani riflettono anche sul pessimismo che sembra impadronirsi della vita personale, familiare e sociale, che può portare verso la delusione, l'indifferenza e la rassegnazione. La ricorrenza del Bicentenario dovrebbe essere l'occasione migliore per prendere coscienza e consapevolezza dell'urgente bisogno del cambiamento per costruire una Nazione fedele ai suoi valori: il lavoro, la solidarietà e la fratellanza. "E' urgente, dunque, ricuperare il senso del rispetto e della promozione della dignità inviolabile della persona umana e di tutti suoi diritti". Occorre inoltre valorizzare il concetto di cittadinanza, assumendo tutti un ruolo attivo nel raggiungimento del bene comune, del rispetto del pluralismo e della promozione della convivenza democratica. I vescovi richiamano infine i cristiani ad assumere la responsabilità ad essere ognuno "discepolo della verità, del bene e della gratuità" al servizio della riconciliazione autentica. (R.G.)







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