Venezuela: nel bicentenario d'indipendenza i vescovi chiedono di risanare il tessuto
sociale
Risanare l'odierno tessuto sociale "fratturato, aggressivo e violento": l’invito dei
presuli venezuelani rivolto a tutti i cittadini del loro Paese nel Bicentenario dell'indipendenza
nazionale, che sarà celebrato domani 5 luglio. Nell’esortazione, giunta al termine
della loro Assemblea plenaria, i vescovi chiedono di impegnarsi "alla luce del Vangelo
nella trasformazione della società". I presuli ritengono che la prima sfida civile
del Paese sia consolidare la sua vocazione pacifica, integrando i complessi fenomeni
della globalizzazione con le esigenze dell'integrazione regionale. La situazione "socio-politica
del Paese è ogni giorno più difficile”, denunciano i vescovi. "Mentre molte nazioni
vivono uno sviluppo sistematico, progressivo e accelerato, il Venezuela patisce invece
– sottolineano - un deterioramento economico e sociale grave”, a rischio di “restare
al di fuori dei cambiamenti che consentono lo sviluppo sostenibile". In questo contesto
preoccupante i vescovi evidenziano la situazione delle carceri, la profanazione di
immagini religiose, le ambiguità nella protezione e difesa dei diritti umani e l'inefficienza
dello Stato di fronte ai molteplici problemi. I presuli venezuelani riflettono anche
sul pessimismo che sembra impadronirsi della vita personale, familiare e sociale,
che può portare verso la delusione, l'indifferenza e la rassegnazione. La ricorrenza
del Bicentenario dovrebbe essere l'occasione migliore per prendere coscienza e consapevolezza
dell'urgente bisogno del cambiamento per costruire una Nazione fedele ai suoi valori:
il lavoro, la solidarietà e la fratellanza. "E' urgente, dunque, ricuperare il senso
del rispetto e della promozione della dignità inviolabile della persona umana e di
tutti suoi diritti". Occorre inoltre valorizzare il concetto di cittadinanza, assumendo
tutti un ruolo attivo nel raggiungimento del bene comune, del rispetto del pluralismo
e della promozione della convivenza democratica. I vescovi richiamano infine i cristiani
ad assumere la responsabilità ad essere ognuno "discepolo della verità, del bene e
della gratuità" al servizio della riconciliazione autentica. (R.G.)