2011-07-04 12:05:39

Riprendono i lavori per l'A.V. Torino-Lione. Il vescovo di Susa: riprenda il dialogo


Gli scontri in Val di Susa contro il cantiere dell’Alta Velocità Torino-Lione, che ieri hanno provocato 204 feriti tra le forze dell’ordine, non fermano il governo. Questa mattina infatti hanno riaperto i cantieri, ed è arrivata la condanna della violenza da tutti gli schieramenti politici. Il ministro dell’Interno Maroni ribadisce: sono d'accordo con chi ipotizza il reato di tentato omicidio, ma i comitati anti TAV assicurano: “alla manifestazione non c’erano black-bloc, solo persone a mani pulite”. Dal canto loro i carabinieri del comando di Torino hanno dichiarato di essere stati oggetto di azioni violente e bene organizzate. Cecilia Seppia RealAudioMP3

Per un commento, Alessandro Guarasci ha sentito il vescovo di Susa, mons. Alfonso Badini Confalonieri:RealAudioMP3

R. - I fatti di ieri - ed evidentemente anche della domenica passata - sono stati incresciosi, perché dove c’è violenza ci sono sempre delle cose che non vanno ed è sempre una realtà non di Chiesa, lontana dall’insegnamento del Signore. In Valle c’è stata anche qualche difficoltà per chi la pensava in maniera diversa dai "No-Tav". Ci sono stati dei gruppi cattolici che hanno addirittura pregato affinchè non avvenissero le violenze, però era prevedibile che queste si sarebbero verificate, visto che c’era questo tam tam per esortare i "No Tav" a trovarsi sul posto, dove si stanno svolgendo i lavori.

D. - La ferrovia, secondo lei, rischia di cambiare in modo drastico la vita di quella valle e non è possibile, per esempio, che contribuisca anche ad un maggiore sviluppo?

R. - Ogni mezzo di trasporto dovrebbe avere delle ricadute positive sulla vita delle persone che hanno a che fare con esso. Qui, le persone che hanno parlato di queste cose, hanno sottolineato principalmente gli aspetti negativi.

D. - Molti abitanti della Valle temono per la salute e per la vivibilità quotidiana…

R. - In Valle, c’è un certo numero di persone convinte che la galleria per l’alta velocità non debba essere fatta, e convinte di questo da circa 20 anni di ripensamento su queste decisioni e specialmente di una certa politica, chiamiamola informazione, che è stata sempre molto unilaterale. Qui, in Valle, non c’è stato dialogo vero e non c’è stata la possibilità, per le autorità - o perché non l’hanno voluto o proprio perché concretamente non lo hanno fatto - di spiegare i perché delle cose. Per cui, molta gente si è convinta, in buona fede, della dannosità dell’operazione.

D. - Secondo lei bisogna quindi, almeno su questo punto, riaprire il dialogo sull’opera…

R. - Il dialogo doveva sempre rimanere aperto. Purtroppo c’è chi non lo voleva o, di fatto, non sono riusciti a realizzarlo. Anche all’interno dei "No Tav" c’è qualcuno che vuole lui stesso chiamarsi intransigente, perché non è disposto a dialogare. Che sia una comunicazione, un dialogo o un approfondimento non settoriale e non chiuso a qualsiasi altra posizione. (vv)







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