I giudici dell'Aja lo accusano di genocidio, Mladic tenta di boicottare l'udienza
Ripreso il processo contro Ratko Mladic davanti alla Corte penale internazionale dell’Aja.
L’ex generale serbo-bosniaco, nonostante l’annuncio di un boicottaggio, si è presentato
a sorpresa in aula ma è stato allontanato subito dopo. I giudici lo hanno accusato
formalmente di genocidio e crimini di guerra per i fatti avvenuti nell’ex Jugoslavia
negli anni Novanta. Il servizio è di Eugenio Bonanata:
La strategia
di Mladic non è servita ad evitare la formalizzazione dei capi d’imputazione a suo
carico. Il giudice ha registrato una dichiarazione di innocenza a fronte delle accuse
di genocidio e crimini di guerra. La lettura è avvenuta in sua assenza al termine
di una seduta segnata dalle provocazioni dell’imputato: il presidente del tribunale
dell'Aja lo ha espulso dopo che lo aveva interrotto più volte e dopo che si era scontrato
verbalmente con alcuni familiari delle vittime. Bocciato il rinvio dell’udienza sollecitato
dall’ex generale per studiare meglio le carte e per consentire la designazione del
team difensivo. Oggi il suo legale d’ufficio ha rinunciato all’incarico. Le notizie
di ieri davano per certa l’intenzione di Mladic di boicottare la seduta. Stamattina
il suo arrivo in aula ha sorpreso tutti. Togliendosi le cuffie per la traduzione dalle
orecchie l’ex generale ha reclamato la presenza del suo avvocato affermando che non
aveva alcuna intenzione di ascoltare. La corte, invece, con la mossa odierna, ha applicato
un meccanismo procedurale che evita qualsiasi ipotesi di stop. Ribadito, inoltre,
che nessuna ragione medica può impedire la prosecuzione del procedimento, mentre l’imputato
ha tirato in ballo la sua malattia fin dal suo arrivo all’Aja.