2011-07-03 14:45:52

In Thailandia quasi certa la vittoria della sorella dell'ex premier Shinawatra


Si sono svolte senza disordini le elezioni legislative in Thailandia, indette dopo sei anni di instabilità politica e turbolenze di piazza. Secondo gli exit poll si profila la vittoria della candidata d’opposizione, Yingluck Shinawatra, sorella dell’ex premier Thaksin. Se eletta, sarà la prima donna a guidare il Paese. Ci riferisce Roberta Barbi:RealAudioMP3

Non si sbilancia ma ringrazia tutti coloro che l’hanno votata, Yingluck Shinawatra, la candidata del partito d’opposizione Puea Thai, che gli exit poll danno largamente vincente, e dice che eventualmente si dichiarerà vincitrice solo dopo la diffusione dei risultati che, per ora, si limita a definire “incoraggianti”. Quarantaquattro anni, imprenditrice, si appresta così a diventare la prima donna alla guida della Thailandia, se saranno confermati i dati che finora la vedono allungarsi nettamente sull’avversario, il premier uscente Abhisit Vejjajiva, e assegnano al suo partito 313 seggi sui 500 di cui si compone il Parlamento. Il suo è un nome ingombrante: è la sorella del magnate delle telecomunicazioni Thaksin Shinawatra, che era primo ministro nel 2006, quando venne rovesciato da un colpo di Stato cui sono seguiti anni di instabilità politica e proteste di piazza nel Paese. Thaksin, che avrebbe già telefonato alla sorella per congratularsi, si trova all’estero per un esilio autoimposto, dal quale tornerà “al momento giusto”. E questo è uno dei timori di alcuni osservatori, che prevedono una reazione delle forze armate, ostili a Thaksin, sul quale pende una condanna a due anni per corruzione, cui si è aggiunta un’incriminazione per terrorismo in relazione alle violente proteste di piazza.

Indonesia, eruzione del vulcano Soputan
L’ultima volta era accaduto nel 2008 e non c’erano state vittime: il vulcano indonesiano Soputan è entrato in eruzione, lanciando fumo e ceneri arrivate a cinquemila metri d’altezza. Secondo gli esperti, per ora non ci sarebbero pericoli per la popolazione, tanto che non sono neppure state disposte evacuazioni.

Afghanistan, attentato a Kabul
Una bomba è esplosa questa mattina a Kabul, nei pressi del Parlamento, ferendo tre agenti della polizia locale. Stando alle prime ricostruzioni, l'esplosione e' avvenuta nell'area di Deh Mazang, accanto ad un posto di blocco dove gli agenti controllavano le auto in transito.

Pakistan, assalto a posto di blocco
Un commando di uomini armati ha assaltato nella notte un posto di blocco stradale nel distretto di Shangla, che fa parte della regione di Malakand, nella provincia pakistana di Khyber Pakhtunkhwa. Tre poliziotti sono rimasti uccisi e uno ferito.

Iraq, attacco contro polizia a Falluja
È di quattro agenti morti il bilancio dell’attacco avvenuto stamattina a Falluja, una sessantina di km a ovest di Baghdad, contro la polizia da parte di un gruppo di uomini armati che ha aperto il fuoco, ha sequestrato le auto e poi si è dato alla fuga.

Siria, esercito avanza a Hama
Si intensifica, secondo la testimonianza del responsabile dell’Osservatorio per i diritti umani, Rami Abdel Rahmane, la repressione dell’esercito siriano nel nord-ovest del Paese. Al centro della protesta antigovernativa, la cittadina di Hama, dove le truppe si sono schierate in forze, penetrando con mezzi per il trasporto dei militari e un centinaio di carri armati. Molti arresti sarebbero stati effettuati nella regione di Jabal al Zawiyah.

La difficile situazione in Somalia: nuovo primo ministro in clima di instabilità
Nella Somalia attraversata dal 1991 da un conflitto permanente, che oggi vede il governo provvisorio opporsi soprattutto al movimento islamico Shabaab, è stato da pochi giorni nominato un nuovo primo ministro. A Gianpaolo Calchi Novati, docente universitario e responsabile del programma per l’Africa dell’Istituto per gli Studi di Politica internazionale, Davide Maggiore ha chiesto quale significato si deve attribuire a questo avvicendamento al vertice di un esecutivo riconosciuto all’estero, ma la cui autorità non va oltre alcuni quartieri della capitale Mogadiscio:RealAudioMP3

R. – Come è capitato già con il mutamento del presidente, si cerca di andare verso una maggiore rappresentatività di quel piccolo gruppo di nominati che costituiscono il Parlamento e di stabilire una qualche sintonia fra il presidente, il presidente del Parlamento e il capo del governo. Da una parte si vorrebbe che le tre personalità rappresentino gruppi diversi e dall’altra che fossero veramente coordinati e coordinabili.

D. – Qual è e quale potrà essere in futuro il ruolo della comunità internazionale nel conflitto somalo?

R. – Finora la comunità internazionale non ha avuto una grande efficacia nell’azione. Io penso che il maggior contributo che dovrebbe, potrebbe, dare sia quello di espungere la questione della Somalia dagli aspetti regionali e internazionali di crisi e cercare di affrontare il problema della Somalia nel suo specifico. Perché più si cerca di risolvere attraverso la Somalia problemi attualmente insolubili come il terrorismo, il controllo del territorio, lo stabilimento di una rete di protezione attraverso tutta l’Africa, e più tutto questo non ha nessuna possibilità di incidere sulla realtà della Somalia.

D. – Quale peso nella società e quali obiettivi ha Al-Shabaab?

R. – Al-Shabaab è l’ultima espressione dell’estremismo che si è andato sviluppando per escalation, da ciò che negli ultimi dieci anni è avvenuto in Somalia. Progressivamente l’entità nazionale si è appoggiata all’islam, dall’islam si è passati all’islamismo politico e dall’islamismo politico all’estremismo, al fondamentalismo, al jihadismo di cui Al-Shabaab è l’espressione. Il colpo di grazia a una qualche utilizzazione dell’islam politico in funzione costruttiva è avvenuta con l’invasione etiopica, che ha scatenato in Somalia una vera e propria guerra di liberazione o di resistenza contro il nemico storico della Somalia. E’ qui che si è saldata l’identità nazionale con l’estremismo islamico.

D. – Al di là dei confini intanto cresce il problema dei profughi...

R. – Il problema dei profughi riguarda un po’ tutto il Corno d’Africa, perché in tutto il Corno d’Africa oggi prevale una situazione di vera e propria guerra o di tensione. Quindi, i profughi diventano un problema per i Paesi vicini. E adesso la guerra che si sta combattendo in Libia ha sicuramente aumentato la loro precarietà.

D. - L’ormai cronica instabilità somala che effetti ha sull’intera regione?

R. – Per causa ed effetto nello stesso tempo di una situazione regionale critica, dalla sua costituzione la Somalia ha rappresentato un fattore di instabilità, perché ha fatto sorgere per la prima volta nella storia recente del Corno d’Africa un centro politico in competizione con l’Etiopia. L’Eritrea appoggia tutti coloro che non sono amici dell’Etiopia. Tutto questo circolo genera tensione e la Somalia è naturalmente il fulcro, perché è la situazione più instabile. (ap)

Libia, nuovo tentativo di mediazione
Dopo il piano messo a punto dall’Unione africana, che non prevede Gheddafi come interlocutore, il presidente sudafricano Jacob Zuma è volato a Mosca dove domani incontrerà il presidente Dmitri Medvedev per avviare una nuova mediazione sul conflitto in Libia, in vista della prossima riunione del Gruppo di contatto il 15 luglio a Istanbul. Il Cremlino non ha ancora confermato la notizia dell’incontro.

Marocco, plebiscito al referendum
Un vero plebiscito, quello del popolo marocchino che con il 98% dei sì approva la trasformazione della monarchia di Mohammed IV in monarchia costituzionale. Il referendum era stato annunciato dal re il 17 giugno sotto le spinte delle proteste di piazza e prevedeva il trasferimento di alcuni dei suoi poteri assoluti al Parlamento. L’affluenza alle urne è stata pari al 72,6% degli aventi diritto.

Venezuela, opposizione chiede che Chavez ceda i poteri
Mentre da Cuba, dove il presidente venezuelano è ricoverato in convalescenza dopo essere stato operato per un tumore, arrivano buone notizie sul suo stato di salute, in patria l’opposizione al governo chiede a Chavez di cedere i poteri per non compromettere la sicurezza nazionale fino a che non sarà in grado di esercitarli di nuovo pienamente.

Messico, 11 morti per tempesta Arlene
Sale a 11 vittime e 300mila senzatetto il bilancio della tempesta tropicale Arlene che da giovedì sta imperversando sul centro e sull’est del Paese. Coinvolte da forti burrasche e smottamenti del terreno, sia la capitale che la città di Acapulco, affacciata sul Pacifico.

Crisi Grecia: Eurogruppo sblocca quinta tranche di aiuti
Al termine della riunione di ieri pomeriggio, l’Eurogruppo ha sbloccato l’erogazione della quinta tranche di aiuti alla Grecia. I ministri, in particolare, hanno apprezzato gli sforzi del Paese per mettere in atto le intese politiche raggiunte con la Commissione europea, con il Fmi e la Bce.

Italia, manifestazione No Tav in Val di Susa
Secondo i dati della Questura sono circa tremila i manifestanti che hanno preso parte al corteo di protesta No Tav partito questa mattina da Giaglione e diretto alla Maddalena di Chiomonte, dove è sorto il primo cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità. Le forze dell’ordine hanno sparato almeno quattro lacrimogeni, come azione di contenimento, e disposto la chiusura del tratto autostradale Bardonecchia-Susa per motivi di sicurezza. Si registrano almeno sei feriti.

Monaco: le nozze del principe Alberto
Dopo il matrimonio civile di venerdì, ieri pomeriggio è stato celebrato dall’arcivescovo di Monaco, mons. Bernard Barsi, il rito religioso che ha unito il principe Alberto II di Monaco alla campionessa di nuoto sudafricana Charlene Wittstock. La cerimonia si è svolta nel Cortile d’onore di Palazzo Grimaldi alla presenza di 800 invitati. Dopo la celebrazione, i neosposi si sono recati nella chiesa consacrata a Santa Devota, patrona del Principato e protettrice della famiglia Grimaldi, dove la neoprincipessa, come vuole la tradizione, ha deposto il bouquet nuziale in segno di omaggio alla Santa. (Panoramica internazionale a cura di Roberta Barbi)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 184







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