2011-07-03 13:03:23

Il cardinale Bertone alla dedicazione del nuovo altare della Basilica del Sacro Cuore a Roma: “Fede e carità cemento della Chiesa”


Una chiesa che “potesse parlare a tutti, anche ai piccoli, ai ragazzi e alle persone semplici”: così Don Bosco aveva concepito la Basilica del Sacro Cuore di Castro Pretorio, a Roma, dove oggi il cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, ha celebrato la cerimonia di dedicazione del nuovo altare e ha impartito la benedizione all’organo. Il porporato, che ha portato il saluto del Papa e la Sua benedizione apostolica alla comunità salesiana, ha ricordato la riconoscenza e l’amore che Don Bosco voleva esprimere al Signore con questa Basilica: “Per Dio bisogna sprecare – ne ha citato le parole – Dio si merita tutto questo… anzi, è poca cosa perché ogni pietra di questa chiesa è un miracolo della sua misericordia!”. Il cardinale paragona l’armonia delle pietre che compongono un’opera d’arte all’armonia che deve regnare nella Chiesa: “Se siamo ben compaginati, uniti dal cemento della fede e della carità reciproca, siamo queste pietre vive che Dio colloca in armonia tra loro per l’edificazione della Chiesa e di una nuova umanità”, ha detto. Nel corso della dedicazione dell’altare, ha ribadito come l'altare sia roccia sicura, la “pietra speciale” sulla quale si rende presente il sacrificio della croce di Cristo nei segni sacramentali; benedicendo l’organo appena restaurato, ne ha sottolineato il valore di aiuto che ha, con le sue melodie, nelle lodi e nella preghiera al Signore. L’omelia del porporato è poi proseguita con una riflessione sulle letture odierne: “Dal libro del profeta Zaccaria impariamo il valore dell’umiltà e della pace, ha detto ripercorrendo il racconto del re giusto e vittorioso che entra a Gerusalemme non a cavallo di un destriero, bensì di un asino. "L’umiltà - ha aggiunto - è necessaria per ‘spezzare l’arco della guerra’ che viene teso nei rapporti tra persona e persona e tra popoli e nazioni”. Della lettera di Paolo ai Romani, il cardinale Bertone evidenzia come metta in luce il “vero senso della libertà”, che sta nel lasciarsi guidare dallo Spirito Santo per essere veramente noi stessi. Il Vangelo di oggi propone il brano di Matteo nel quale Gesù prega il Padre, ringraziandolo per aver nascosto le cose del cielo ai sapienti e ai dotti e averle rivelate ai piccoli: “Non è l’istruzione che Gesù condanna – ha continuato il porporato – egli vuole, invece, mettere in guardia coloro che non sono più capaci di rivolgere a Dio le vere domande della vita, credendo di sapere già tutto”. Nel brano, Cristo invita gli stanchi e gli oppressi a sé, affinché trovino ristoro: “È un invito a condividere, una proposta di fiducia e comunione – ha aggiunto – qualsiasi peso la vita vorrà riservarci, infatti, qualsiasi fatica dovremo affrontare, non le porteremo da soli. Egli stesso sarà con noi!”. (A cura di Roberta Barbi)







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