Sudan: l'amministratore apostolico denuncia la drammatica situazione degli sfollati
di Abyei
“La situazione degli sfollati di Abyei rimane drammatica, nonostante l’arrivo di alcuni
aiuti umanitari” dice all’agenzia Fides mons. Roko Taban Mousa, amministratore apostolico
di Malakal, nel sud Sudan, nella cui giurisdizione rientra Abyei, area contesa tra
nord e sud Sudan. L’omonimo capoluogo è stato occupato dai militari di Khartoum il
21 maggio. Decine di migliaia di abitanti sono fuggiti provocando una grave crisi
umanitaria. “Decine di migliaia di persone vivono ancora all’addiaccio nella boscaglia,
sotto la pioggia incessante. Cibo e medicinali continuano a scarseggiare. Particolarmente
drammatica è la situazione delle mamme, che sono state costrette a partorire lungo
il ciglio della strada dei neonati che sono preda della malaria e della dissenteria”
dice mons. Mousa. Nord e Sud Sudan hanno raggiunto un accordo che prevede l’invio
ad Abyei di 4.200 Caschi Blu etiopici, il ritiro dei soldati di Khartoum e la smilitarizzazione
della zona. “L’avvio del dispiegamento delle truppe dell’Onu è previsto dopo il 9
luglio (la data fissata per la proclamazione dell’indipendenza del sud Sudan). Si
spera che, quando finalmente i Caschi Blu etiopici si saranno dispiegati, la popolazione
riprenda fiducia e faccia ritorno ad Abyei, riprendendo a coltivare la terra” dice
l’amministratore apostolico di Malakal. Un ritorno difficile perché, come sottolinea
mons. Mousa, “diverse abitazioni di Abyei sono state saccheggiate e distrutte dalle
truppe del nord Sudan”. Per quanto riguarda il Sud Kordofan, l’altra regione al centro
delle tensioni tra nord e sud Sudan, mons. Mousa riferisce “che la situazione non
è chiara, anche perché ai giornalisti non è permesso recarvisi. È quindi difficile
accertare da testimoni indipendenti quello che sta succedendo nell’area. Si sa comunque
che nel sud Kordofan la situazione umanitaria è molto grave” conclude l’amministratore
apostolico di Malakal. (R.P.)