Venerdì
1 luglio 2011 - Benedetto XVI ieri al conferimento del Premio Ratzinger:
"L’amore vuole conoscere meglio colui che ama. L’amore, l’amore vero, non rende
ciechi, ma vedenti. Di esso fa parte proprio la sete di conoscenza, di una vera conoscenza
dell’altro. (...). Per questo un’autentica teologia è così importante.
La fede retta orienta la ragione ad aprirsi al divino, affinché essa, guidata dall’amore
per la verità, possa conoscere Dio più da vicino. L’iniziativa per questo cammino
sta presso Dio, che ha posto nel cuore dell’uomo la ricerca del suo Volto. Fa quindi
parte della teologia, da un lato l’umiltà che si lascia “toccare” da Dio, dall’altro
la disciplina che si lega all’ordine della ragione, che preserva l’amore dalla cecità
e che aiuta a sviluppare la sua forza visiva." La cecità metaforica di una
scienza troppo presuntuosa che non vede ciò che non cade dentro il suo universo sperimentale.
E poi la cecità del mondo dell'arte nei confronti del capolavoro di Leonardo da
Vinci da poco ritrovato a Londra, il Salvator Mundi. La cecità delle
parole quando si lasciano usare dalle dittature. E ancora, la cecità della stessa
tecnolgia verso la dimensione eterna dell'uomo, come prova il supertreno cinese ad
alta velocità che attraversa le campagne popolte da contadini... Cecità:
un classico del premio Nobel José Saramago, edito da Einaudi.
Una parabola eterna dell'indifferenza che attanaglia le società contemporanee...