2011-07-01 12:01:21

Il Papa alla Fao: per sconfiggere la fame, serve un modello di sviluppo solidale. Contrastare le speculazioni sul cibo


La comunità internazionale si impegni senza indugio a sconfiggere la fame, contrastando le speculazioni sul cibo: è il vibrante appello levato stamani da Benedetto XVI. L’occasione è stata offerta al Papa dall’udienza, in Vaticano, ai partecipanti alla 37.ma Conferenza della Fao. Nel suo intervento, il Pontefice si è soffermato sull’importanza di un modello di sviluppo che rispetti la dignità della persona umana e non ceda allo sfruttamento frenetico delle risorse naturali. Il Papa ha ringraziato il direttore generale uscente Jacques Diouf ed ha rivolto un caloroso augurio al neo direttore della Fao, il brasiliano José Graziano da Silva. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3

Prima dell’udienza con Benedetto XVI, la redazione portoghese della Radio Vaticana ha parlato con il neo direttore della Fao, José Graziano da Silva, delle aspettativa nutrite dall’agenzia Onu circa l’incontro con il Papa e del contributo che i programmi di sviluppo risultati vincenti in Brasile possano dare alle emergenze internazionali. L’intervista è di Silvonei Protz:

R. – Muito grande o Papa tem sido ...
L’aspettativa è molto grande. Il Papa ha seguito con fedeltà e costanza tutti gli incontri della Fao ed io è la seconda volta che lo incontro. Ho avuto già un’opportunità in precedenza alla Fao stessa, quando il Papa ci visitò nel 2008. Insieme al direttore generale, è presente la grande maggioranza delle delegazioni che hanno assistito alla conferenza e che guardano alla visita del Papa come il momento più alto del penultimo giorno della Conferenza.

D. – Lei è stato eletto direttore generale della Fao, ricevendo una grande responsabilità, anche in nome del popolo brasiliano, perché il Brasile adesso attraverso la sua persona, si troverà nell’ambito di questo grande organismo delle Nazioni Unite. Qual è il suo pensiero, nell’attuazione della sua responsabilità, ora che non è più solo verso il Brasile, ma verso il mondo?

R. – A minha responsabilidade com o Brasil continua...
Primo, la mia responsabilità verso il Brasile continua, non solo perché è il mio Paese d’origine, ma anche perché oggi è un grande laboratorio di programmi sociali che funzionano. E noi dobbiamo continuamente monitorare questi risultati non solo per renderli pubblici, ma anche per poter correggere gli eventuali difetti. Tutti i programmi hanno questa caratteristica sperimentale, nel senso che sono stati attuati per la prima volta e devono essere avvallati di nuovo e corretti. Andare dal Brasile verso il mondo è un passaggio che contiene questa sfida: è la prima volta che questi programmi usciranno da un contesto che conosciamo bene, e con il quale sappiamo bene come convivere, per essere applicati ad altre situazioni a volte molto diverse. Per esempio nel caso dell’Africa, la nostra iniziativa è quella di replicare i programmi di alimentazione scolastica. In Africa, c’è una grande difficoltà per la mancanza di un regime alimentare in favore dei bambini africani: bere latte, mangiare frutta fresca. Infine, ci sono una serie di scontri culturali, non solo geografici, che fanno sì che gli alimenti molte volte non si trovino. Non si tratta solo di proteine, di calorie, ma anche di una cultura accumulata per generazioni e generazioni. Potere innovare questa cultura, poter usare questa cultura in una forma positiva, per migliorare l’alimentazione e ridurre la fame non è un compito facile. Noi dobbiamo fare questo in tutti i luoghi del mondo con più di un miliardo di persone.








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