2011-07-01 14:39:55

Il 1 luglio di 150 anni fa, il primo numero dell’Osservatore Romano. Intervista al direttore Giovanni Maria Vian


L’Osservatore Romano festeggia oggi “150 anni di storia di cui può andare orgoglioso”. Benedetto XVI, nel suo messaggio pubblicato ieri per l’occasione, ha sottolineato l’invito a “mantenere fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo” ma anche a rinnovare l’attenzione “all’irreversibile impegno ecumenico delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla voce delle donne, ai temi bioetici”. Di questo, Fausta Speranza ha parlato con il direttore del quotidiano della Santa Sede, il prof. Giovanni Maria Vian: RealAudioMP3

R. – Sono esattamente le linee che Benedetto XVI aveva già indicato nel 2007 all’Osservatore Romano, cioè una presenza sempre più efficace e sempre più globale nel mondo dell’informazione, per favorire quell’apertura al trascendente nelle società e nelle persone, che è l’unica vera garanzia che assicura poi il rispetto di ogni persona e il rispetto della dignità umana.

D. – Il Papa è andato anche sul concreto: ha chiesto di continuare l’apertura alle nuove firme e poi - sottolineiamo – ha parlato anche del numero crescente, in particolare, di donne collaboratrici. Ci sono nuovi sviluppi in vista?

R. – Questo allargamento della presenza femminile, che è coerente con le indicazioni del Papa, è testimoniato dall’aumento considerevole di collaborazioni proprio femminili e da un’attenzione alla voce delle donne, come scrive il Papa nella sua lettera.

D. – Il Papa ha sottolineato "la singolarità e la responsabilità" di questo giornale nel far conoscere il Magistero dei Papi e poi ha chiesto anche che sia "un giornale di idee". Come fare un giornale di idee, rimanendo nel solco del seminato del Magistero?

R. – Si può fare perché oggi la Chiesa cattolica, la Santa Sede, rappresentano non solo una continuità lunghissima, ma anche una presenza culturale controcorrente: Benedetto XVI lo ha detto più volte.

D. – Tra le particolarità di queste giornate c’è anche il lancio, proprio in questi giorni, del nuovo portale news.va, in cui convergono i vari media vaticani. E, dunque, oltre alla sfida tecnologica del web, adesso per l’Osservatore Romano c’è anche questa sfida di sinergia con la Radio Vaticana, con la Sala Stampa, con l'ageniza Fides, il Vatican Information Service. Sono, dunque, orizzonti nuovi di tecnologia...

R. – Sì, sono orizzonti nuovi di tecnologia, ma in realtà il cammino anche qui non è nuovo, la collaborazione tra i media della Santa Sede ha una storia lunga. Proprio la Radio, con cui collaboriamo molto volentieri quotidianamente, festeggia quest'anno i suoi 80 anni e la consideriamo un po’ una nostra sorella minore in età, ma gemella nell’impegno a servizio della Santa Sede e della Chiesa. E’ un impegno comune che adesso è visibile in questa piattaforma, che permette un accesso facile a tutti i media vaticani e, quindi, è un’occasione per una diffusione sempre maggiore. (ap)







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