2011-07-01 08:11:02

Da oggi la Polonia assume per la prima volta la presidenza semestrale dell'Unione europea


Passaggio di consegne oggi da Budapest alla Polonia per la presidenza dell'Unione europea fino al dicembre 2011. Motivo di fierezza per al capo di stato Bronislaw Komorowski, soddisfazione anche nelle parole del premier Donald Tusk che parla del Paese come “il nuovo motore” comunitario, in un momento assai difficile per tutta l’Ue. Fra le priorità indicate da Tusk, c'è anche il ritorno dell'Unione ''sui binari di un rapido sviluppo economico''. Ma com’è possibile raggiungere tale obiettivo con la crisi economica che attanaglia molti Paesi europei, come la Grecia? Giada Aquilino lo ha chiesto ad Adriana Cerretelli, esperta di affari europei del Sole24Ore: RealAudioMP3

R. – La Polonia è il Paese in Europa che ha tra i migliori tassi di crescita - 4,2 per cento - tassi che normalmente nel Vecchio Continente sono sconosciuti. La via delle riforme che l’Europa persegue è quella di sempre: da una parte il rigore di bilancio e dei conti pubblici, perché soltanto con una situazione finanziariamente sana si ritiene di poter avere quella stabilità necessaria a garantire la crescita; dall’altra le riforme strutturali, cioè il famoso programma Europa 2020 che prevede che in tutti i Paesi si acceleri sulla strada delle riforme, perché soltanto modernizzando le nostre economie, rendendole più competitive - con mercati del lavoro più flessibili, con attenzione crescente ai settori della ricerca e dell’innovazione - si possa tenere testa alla concorrenza nell’economia globale, alla concorrenza di Paesi ed economie che sono in grado non soltanto di tenerci testa sul fronte dell’innovazione e della creatività ma anche di “assediarci” con costi del lavoro assolutamente irrisori. Penso naturalmente alla Cina e ai Paesi emergenti.

D. - Quali sono le altre priorità del semestre polacco?

R. – Sicuramente una delle grandi priorità della Polonia è quella di definire il nuovo quadro di finanziamento dell’Unione Europea per il periodo dal 2014 al 2020. Il timore è che la crescente preoccupazione dei Paesi più ricchi, che sono i maggiori contribuenti, di applicare anche al bilancio europeo una pesantissima austerità possa alla fine penalizzare, tra gli altri, questi fondi strutturali. Per la Polonia è sicuramente una grossa priorità quella di cercare di difenderli, insieme a una politica agricola che possa tutelare perlomeno l’ecologia del territorio, la qualità dei prodotti. La Polonia è un Paese di tradizione agricola ed è un grande concorrente di Paesi agricoli come la Francia o la Germania.

D. – In questo quadro, come si inserisce il cammino di avvicinamento della Polonia alla zona Euro? Al momento la valuta è ancora lo Złoty…

R. - Secondo i programmi del governo non ci sarà un’accelerazione immediata, non certamente prima del 2013 - 2014 e lo si capisce perché, visto lo stato in cui in questo momento si trova l’Euro con il problema greco e con i problemi dell’area mediterranea, sicuramente la Polonia non desidera accelerare le tappe dell’ingresso e al tempo stesso gli stessi Paesi dell’Euro non desiderano allargarsi prima di avere stabilizzato la zona Euro.

D. - Nelle intenzioni della Polonia, in questo semestre verranno rafforzati i meccanismi per la prevenzione di persecuzioni a danno delle minoranze, incluse le comunità cristiane. Come si pone questo progetto nel solco della protezione europea delle libertà fondamentali?

R. – L’Europa incomprensibilmente sembra orientata, perlomeno nella sua maggioranza, a quasi ignorare le sue radici cristiane. La Polonia cerca invece di ricordare, di fare ben presente quali sono le nostre origini e questo è tanto più importante in un momento in cui le persecuzioni dei cristiani nel mondo e soprattutto nelle aree più destabilizzate politicamente - penso in particolare al Medio Oriente - si stanno facendo molto più pesanti. (bf)








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