"La visita in Armenia del cardinale Ravasi ci ha riempito di gioia e ci stimola a
migliorare la cooperazione fra la Chiesa apostolica armena e il pontificio Consiglio
della cultura”. Lo dice all'agenzia AsiaNews padre Theodore Mascarenhas, che ha accompagnato
il cardinale in visita a Yerevan, capitale della Repubblica armena. Nel corso del
viaggio, il cardinale Ravasi, presidente del dicastero vaticano per la cultura, ha
incontrato il Catholicos di tutti gli armeni Garegin II e i vescovi Hovakim e Nerses.
Con le autorità religiose “abbiamo avuto degli incontri molto cordiali, amichevoli
ma franchi, sulla preservazione del patrimonio culturale degli armeni e sulla possibilità
di una cooperazione in questo campo fra la Chiesa locale e i dicasteri guidati dal
cardinale. Ma abbiamo parlato anche delle limitazioni alla libertà religiosa che subiscono
i cristiani armeni”. La popolazione locale di fede cristiana “come le altre minoranze
di alcune regioni e Paesi confinanti subiscono infatti la repressione governativa.
Ci sono problemi tecnici, come i luoghi di culto che sono di proprietà dei cattolici
o dei cristiani armeni ma che, tristemente, non vengono concessi alla religione”.
Particolarmente toccante è stata la visita alla cattedrale di Etchmiadzin, la “madre”
di tutte le chiese armene e la sede del Patriarca cattolico. La delegazione vaticana
ha pregato all’interno dello splendido edificio insieme al vescovo Hovakim e a centinaia
di fedeli accorsi per la benedizione. Incoraggiante anche il lato “politico” della
visita. Con il ministro della Cultura armeno, Hasmik Poghosyan, il cardinale Ravasi
ha parlato di una possibile collaborazione culturale: l’intenzione è quella di portare
la mostra sull’arte armena da San Lazzaro a Venezia, dove approderà, in altre capitali
europee e in Vaticano. L’esibizione sarà dedicata alla Vergine Maria. Anche il primo
ministro armeno, Tigran Sargsyan, ha ricevuto la delegazione per sottolineare l’importanza
della fede e dei valori cristiani “cuore dei rapporti bilaterali” con il Vaticano.
Grande interesse anche per il “Cortile dei gentili”, la manifestazione organizzata
da Ravasi per mettere a confronto credenti e atei. Il premier ha ipotizzato di portarlo
a Yerevan specialmente “per i molti giovani locali che non credono in Dio. È importante
il dialogo con la fede”. (R.P.)