2011-06-30 14:02:07

Svezia: sconcerto per una scuola che elimina ogni riferimento tra alunni maschi e femmine


In Svezia, fa discutere il caso di una scuola pubblica materna di Stoccolma che ha adottato un metodo educativo “no gender”, con il quale si intende eliminare ogni riferimento di sesso tra alunni maschi e femmine. Vietato dunque usare parole come “lei” o “lui”, i termini “ragazza” o “ragazzo”, piuttosto che l’uso di differenti colori associati a un sesso o a un altro. L’esempio di questa scuola non è isolato e dimostra una marcata tendenza di alcune società a mettere in dubbio anche l’identità sessuale. Ma quali conseguenze può comportare tale negazione? Marco Guerra lo ha chiesto allo psicoterapeuta e docente universitario, Claudio Risè:RealAudioMP3

R. – Un’ampia documentazione clinica statistica ci dice che la negazione della identità di genere crea dei profondi disturbi nell’essere umano perché corrisponde a una privazione di un aspetto della sua identità. Nella società certamente c’è un aumento delle patologie corrispondenti a questi particolari disturbi e in generale uno sviluppo dell’aspetto depressivo perché naturalmente all’identità è legata un’energia, una forza che corrisponde al benessere personale. La mancanza di quella forza, di quella energia, di quella spinta, crea una sorta di depressione generalizzata e riconoscibile in molti aspetti della società occidentale.

D. – Nella Genesi troviamo scritto: "Maschio e femmina Dio li creò". Non crede dunque che oltre un tentativo di relativizzare il diritto naturale e il dato biologico, ne esista anche uno di distruggere qualsiasi riferimento alla trascendenza spirituale dell’essere umano?

R. – La mia convinzione è che l’aspetto naturale sia profondamente legato all’aspetto trascendente. Ogni aspetto della natura rimanda all’aldilà, a un aspetto del Creatore, un momento della Creazione e viceversa ogni riferimento religioso rimanda a un’attenzione sacra per la naturalità. I due lati sono profondamente legati e insieme costituiscono l’integrità della persona umana.

D. - Quindi l’identità naturale è una ricchezza che va valorizzata piuttosto che combattuta?

R. – E’ un dato della persona umana. Se noi quando siamo ancora nella pancia della madre inizialmente abbiamo tutti e due i sessi dentro di noi e poi gradualmente ne perdiamo uno per mantenere quello con cui nasciamo, questo naturalmente ha un significato profondo nello sviluppo della nostra personalità. La negazione di questo dato, come tutte le negazioni dei dati naturali, è un atto profondamente distruttivo della persona e della stessa umanità. (bf)







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