Svezia: sconcerto per una scuola che elimina ogni riferimento tra alunni maschi
e femmine
In Svezia, fa discutere il caso di una scuola pubblica materna di Stoccolma che ha
adottato un metodo educativo “no gender”, con il quale si intende eliminare ogni riferimento
di sesso tra alunni maschi e femmine. Vietato dunque usare parole come “lei” o “lui”,
i termini “ragazza” o “ragazzo”, piuttosto che l’uso di differenti colori associati
a un sesso o a un altro. L’esempio di questa scuola non è isolato e dimostra una marcata
tendenza di alcune società a mettere in dubbio anche l’identità sessuale. Ma quali
conseguenze può comportare tale negazione? Marco Guerra lo ha chiesto allo
psicoterapeuta e docente universitario, Claudio Risè:
R. – Un’ampia
documentazione clinica statistica ci dice che la negazione della identità di genere
crea dei profondi disturbi nell’essere umano perché corrisponde a una privazione di
un aspetto della sua identità. Nella società certamente c’è un aumento delle patologie
corrispondenti a questi particolari disturbi e in generale uno sviluppo dell’aspetto
depressivo perché naturalmente all’identità è legata un’energia, una forza che corrisponde
al benessere personale. La mancanza di quella forza, di quella energia, di quella
spinta, crea una sorta di depressione generalizzata e riconoscibile in molti aspetti
della società occidentale.
D. – Nella Genesi troviamo scritto: "Maschio
e femmina Dio li creò". Non crede dunque che oltre un tentativo di relativizzare il
diritto naturale e il dato biologico, ne esista anche uno di distruggere qualsiasi
riferimento alla trascendenza spirituale dell’essere umano?
R. – La
mia convinzione è che l’aspetto naturale sia profondamente legato all’aspetto trascendente.
Ogni aspetto della natura rimanda all’aldilà, a un aspetto del Creatore, un momento
della Creazione e viceversa ogni riferimento religioso rimanda a un’attenzione sacra
per la naturalità. I due lati sono profondamente legati e insieme costituiscono l’integrità
della persona umana.
D. - Quindi l’identità naturale è una ricchezza
che va valorizzata piuttosto che combattuta?
R. – E’ un dato della persona
umana. Se noi quando siamo ancora nella pancia della madre inizialmente abbiamo tutti
e due i sessi dentro di noi e poi gradualmente ne perdiamo uno per mantenere quello
con cui nasciamo, questo naturalmente ha un significato profondo nello sviluppo della
nostra personalità. La negazione di questo dato, come tutte le negazioni dei dati
naturali, è un atto profondamente distruttivo della persona e della stessa umanità.
(bf)