Rinnovata attenzione ad ecumenismo, donne e bioetica: così, il Papa nel messaggio
all’Osservatore Romano per i suoi 150 anni
“Un giornale di idee, organo di formazione e non solo di informazione”: così, Benedetto
XVI definisce l’Osservatore Romano ricordando il “lungo e significativo cammino” dei
150 anni che il quotidiano compie domani 1 luglio. In occasione di “questo importante
anniversario” oggi al direttore Giovanni Maria Vian il Papa ha inviato un messaggio
che viene pubblicato in forma integrale nell’edizione odierna del quotidiano della
Santa Sede. I punti salienti del messaggio nel servizio di Fausta Speranza:
“Mantenere
fedelmente il compito svolto in questo secolo e mezzo”: questo il mandato di Benedetto
XVI insieme con alcune indicazioni forti per il cammino da ora in avanti. “Attenzione
all’Oriente cristiano, - scrive Benedetto XVI - all’irreversibile impegno ecumenico
delle diverse Chiese e Comunità ecclesiali, alla ricerca costante di amicizia e collaborazione
con l’Ebraismo e con le altre religioni, al dibattito e al confronto culturale, alla
voce delle donne, ai temi bioetici che pongono questioni per tutti decisive.” Inoltre
in concreto il Papa chiede espressamente di “continuare l’apertura a nuove firme e
– sottolinea – tra queste quelle di un numero crescente di collaboratrici”. Chiede
anche di “accentuare la dimensione e il respiro internazionali che – ricorda – sono
stati presenti fin dalle origini del quotidiano”. Così – spiega il Papa – l’Osservatore
Romano sa esprimere "la cordiale amicizia della Santa Sede per l’umanità del nostro
tempo, in difesa della persona umana”. E del nostro tempo Benedetto XVI dice che è
“segnato spesso dalla mancanza di punti di riferimento e dalla rimozione di Dio dall’orizzonte
di molte società, anche di antica tradizione cristiana”. Per questo tempo – spiega
- l’Osservatore Romano deve essere “giornale di idee, di formazione e non solo informazione”,
“dopo centocinquant’anni di una storia di cui – sottolinea - può andare orgoglioso”.
Una storia fatta da “un lungo e significativo cammino ricco di gioie, di difficoltà,
di impegno, di soddisfazioni, di grazia”. Un cammino di cui il Papa sottolinea anche
“la singolarità e la responsabilità” nel far conoscere il Magistero dei Papi, nell’essere
“uno degli strumenti privilegiati a servizio della Santa Sede e della Chiesa”.
Nel
suo messaggio, Benedetto XVI ricorda l’origine del quotidiano in “un contesto difficile
e decisivo per il Papato”. Ne ricorda la fondazione su iniziativa privata e poi l’acquisto
da parte della Santa Sede. Soprattutto ricorda “la linea di imparzialità e di coraggio
mantenuta di fronte alle tragedie e agli orrori che segnarono la prima metà del Novecento”.
Dal primo conflitto ai totalitarismi, agli orrori della Shoah e della seconda guerra
mondiale. “Anni tremendi” – ricorda il Papa - seguiti dal periodo della Guerra fredda
e della persecuzione anticristiana attuata dai regimi comunisti in molti Paesi. Eppure
– sottolinea il Papa – “nonostante la ristrettezza dei mezzi e delle forze, il giornale
della Santa Sede seppe informare con onestà e libertà, sostenendo l’opera coraggiosa
di Benedetto XV, di Pio XI e di Pio XII in difesa della verità e della giustizia,
unico fondamento della pace”. In particolare dalla Seconda guerra mondiale – afferma
Benedetto XVI – L’Osservatore Romano potè così "uscire a testa alta”. Benedetto XVI
poi non manca di ricordare citazioni del cardinale Giovanni Battista Montini, poi
Papa Paolo VI: la memorabile definizione di “singolarissimo quotidiano” e quella di
“faro orientatore”.