Myanmar: preti e suore aiutano 20mila profughi kachin, vittime della repressione
“Pulizia etnica” ed “emergenza umanitaria”: è quanto sta avvenendo nello Stato kachin,
nel Nord del Mynamar, dove infuria un conflitto fra l’esercito regolare birmano, e
il Kachin Independent Army, secondo quanto denuncia all'agenzia Fides un sacerdote
locale, che chiede l’anonimato per motivi di scurezza. Preti e suore della diocesi
di Myitkyina (che copre il territorio dello Stato kachin) – riferisce il sacerdote
– “stanno facendo di tutto per aiutare i profughi di etnia kachin, quasi tutti cristiani,
vittime di una feroce repressione messa in atto dai militari birmani”. Gli sfollati
interni sono circa 20mila e aumentano costantemente: almeno 5.000 si trovano a Laiza
(città al confine con la Cina), oltre 2.000 nella città di Shwegu, più di 10mila nei
villaggi di Manwing e Prang Hku Dung ed altre migliaia sparsi nelle foreste. Gli scontri
sono iniziati quando il governo birmano ha stretto un accordo con la Cina per la costruzione
di una diga che alimenterà una centrale idroelettrica nel territorio kachin. Il progetto
causerà lo sfollamento e l’inondazione di villaggi e territori dove vive la popolazione
kachin, che si è ribellata provocando una violenta repressione da parte dell’esercito
birmano. Sacerdoti, suore e laici – spiega la fonte di Fides – si stanno prodigando
per salvare la vita ai loro fedeli, mettendo al sicuro gli abitanti dei villaggi,
e allontanandoli dalle aree di conflitto: “Si tratta di donne, vecchi e bambini che
sono alla mercè dei soldati. Questi, quando incontrano i villaggi kachin, compiono,
per vendetta, ogni sorta di violenza, abuso e razzia: uccidono anziani e bambini,
stuprano donne, bruciano case, confiscano le proprietà. Usano senza pietà metodi da
pulizia etnica: è una vera tragedia”. “Per questo – continua – i civili lasciano in
fretta e furia i villaggi, per sfuggire alla violenta repressione, spostandosi verso
luoghi ritenuti più sicuri. E i rifugiati sono in gravi difficoltà per la stagione
della piogge. Stiamo vivendo una autentica emergenza umanitaria”. “I preti e le suore
li stanno aiutando mettendo a rischio la loro stessa vita: infatti potrebbero essere
arrestati in qualsiasi momento dai militari, con l’accusa di collaborare con i ribelli.
Ma si tratta di aiutare persone innocenti e indifese, per cercare di salvarle da un
terribile destino”, rimarca. Secondo le stesse fonti, dopo le pressioni internazionali,
la giunta militare birmana ha mandato messaggi distensivi, dicendosi propensa a un
cessate-il-fuoco. Ma, d’altro canto, sta dispiegando ingenti forze e mezzi militari
nel nord del Paese, per sferrare “un’offensiva finale” e distruggere l’esercito kachin,
formato da guerriglieri dispersi nella foresta. Intanto in tutte le chiese della diocesi
di Myitkyina si prega per la pace. (R.P.)