India: nel Karnataka aggrediti e arrestati due pastori, per false accuse di conversioni
forzate
“Ancora accuse infondate di conversioni forzate, con la complicità di radicali indù
e amministrazione: basta!”. È la dura condanna del Global Council of Indian Christians
(Gcic), dopo l’ultimo episodio contro i cristiani. Martedì scorso la polizia ha arrestato
due pastori pentecostali delle Chiese indipendenti nel distretto di Hubli (Karnataka),
per l’accusa di conversioni forzate mossa da un gruppo di radicali indù. Le denunce
riguardano tre sezioni del Codice penale: 295A, ferire sentimenti religiosi; 447,
violazione proprietà privata; 341, costrizione illecita. Circa 10 persone, membri
del Bajrang Dal (ala giovanile del Vhp – Vishwa Hindu Parishad, organizzazione estremista
indù), hanno teso un agguato al pastore M. Sandeep, 28 anni, e a fratel Isaac, 32
anni, mentre tornavano da un servizio pastorale. Li hanno interrogati “con rabbia”
e accusati di aver tentato di convertire degli indù al cristianesimo. Dopo averli
perquisiti, in cerca di testi e oggetti cristiani, li hanno pestati, presi a parolacce
e schiaffeggiati. Poi, gli aggressori hanno chiamato la polizia, che ha portato via
i religiosi. Secondo alcuni testimoni, i funzionari avrebbero lasciato i due senza
cibo fino alla sera, per poi convalidare l’arresto e le accuse. “Non si tratta di
un caso isolato, ma è la routine”, afferma Sajan K George, presidente del Gcic. “La
polizia del Karnataka riceve denunce e procede con leggerezza all’arresto, senza approfondire.
Così, in tutto il Karnataka moltissimi cristiani hanno già affrontato false accuse
di conversioni forzate o fraudolente. Altri cristiani invece ricevono minacce, vengono
picchiati o disturbati durante la preghiera”. Il Gcic è in contatto con le vittime
e i loro avvocati, per garantire il massimo aiuto. (R.P.)