Crisi alimentare nel Corno d'Africa a causa di una gravissima siccità
La peggiore siccità degli ultimi 60 anni nel Corno d'Africa ha provocato una grave
crisi alimentare e alti tassi di malnutrizione. Secondo l’Onu, sono più di 10 milioni
le persone colpite. Una situazione drammatica su cui ci riferisce Irene Pugliese.
In Somalia
un bambino su 4 è denutrito; in Kenya 2 milioni e mezzo di abitanti non hanno accesso
al cibo e all’acqua; in Etiopia più di 11 milioni di persone necessitano di aiuti
umanitari. Erano 60 anni che nel Corno d’Africa non si verificava una siccità come
questa. Una delle consuete stagioni delle piogge è completamente mancata e questo
ha provocato una serie di conseguenze gravi sulla vita quotidiana di questi Paesi.
Lo conferma Vincent Annoni, coordinatore regionale di Cesvi per
Kenya, Somalia e Sudan che da tempo è attivo in questi Paesi:
“La
perdita di raccolti, rappresenta l’impossibilità delle famiglie di riuscire a sopravvivere.
Per quanto riguarda l’allevamento - che nella regione è principalmente di cammelli
e mucche - è addirittura devastante l’effetto, perché ci sono famiglie che hanno perso
quasi la metà del loro intero gregge. Dal punto di vista sanitario, medico, non avendo
risorse proprie, non si può accedere a servizi medici che sono a pagamento. Inoltre,
non si può avere accesso all’acqua perché anche l’acqua, in questo angolo del mondo,
è a pagamento”.
I prezzi dei beni primari hanno subito brusche impennate,
in questa regione dell'Africa, conterribili conseguenze per la popolazione
più povera che vive con pochi dollari al giorno. Una situazione drammatica, che secondo
l’Onu sicuramente fino al 2012 non migliorerà. Ancora Annoni:
“Una
siccità come questa fa sì che le comunità ci mettano 3, 4, 5 anni a recuperare. Siamo
già alla terza o quarta siccità negli ultimi 5, 6 anni. Non siamo nemmeno in grado
di sapere se l’anno prossimo avremo una stagione delle piogge "normale" oppure se
saremo di nuovo in questa situazione drammatica”.
Difficile vedere
una prospettiva di cambiamento, dunque, soprattutto se al problema di origine naturale
si aggiungono le condizioni di povertà di questi Paesi. L’acqua, sostiene ancora Annoni,
c’è: a mancare sono i mezzi per estrarla e per purificarla. Anche l’acqua del sottosuolo,
quindi, che non è "falciata" dalla siccità, come quella piovana, diventa impossibile
da utilizzare. Il resto delle risorse idriche poi sono a pagamento e la maggior parte
della popolazione non può permettersele. (ma)