Napoli: rinvenuta un’immagine di San Paolo del VI secolo nelle Catacombe di San Gennaro
“Una delle figure più intense e ieratiche della tarda antichità”. Così il cardinale
Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, ha commentato
sulle pagine dell’Osservatore Romano la scoperta di un’immagine di San Paolo risalente
al VI secolo all’interno delle Catacombe di San Gennaro a Napoli. L’immagine, ritrovata
inaspettatamente durante l’opera di restauro di una tomba, raffigura l’Apostolo delle
genti con le caratteristiche tipiche del filosofo classico, incipiente calvizie e
barba scura e riccia, nell’atto di acclamare con la mano destra verso la defunta.
“La scoperta di questa immagine paolina, avvenuta durante alcuni interventi coordinati
dalla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, con l’importante apporto dell’arcidiocesi
e della comunità napoletana”, aggiunge il porporato, “arricchisce e definisce le nostre
conoscenze sull’evoluzione iconografica del principe degli apostoli, iniziata a Roma,
agli esordi del IV secolo e diffusa, da quel momento, in tutto il mondo cristiano
antico”. “In questo contesto”, afferma il cardinale Ravasi, “la figura di Paolo rappresenta
iconograficamente il suggestivo crocevia di cultura e di identità, quella ebrea, quella
romana e quella greca, che egli aveva incarnato e che aveva caratterizzato la sua
opera e la sua attività missionaria in tutto il Mediterraneo”. L’importante scoperta
ribadisce l’importanza della Catacomba di San Gennaro, il più grande e meglio conservato
tra i cimiteri sotterranei di Napoli e in particolare dell’area della catacomba riservata
all’aristocrazia partenopea del V e il VI secolo. “Nata dalla fusione di ipogei gentilizi,
ricavati a quote diverse nel costone tufaceo di Capodimonte tra la fine del II secolo
dell’era cristiana e gli inizi del successivo, la catacomba fra il III e IV secolo
divenne un cimitero comunitario cristiano”, scrive Carlo Ebanista, ispettore delle
catacombe della Campania, e “si propone come uno dei monumenti più interessanti in
vista di nuove scoperte e considerazioni storiche e archeologiche del mondo funerario
paleocristiano”. (M.R.)