Inghilterra: la Chiesa promuove la Giornata della Vita nel segno della felicità
“Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera”.
Da questo passo della Lettera di San Paolo ai Romani prende spunto la “Giornata per
la vita 2001” del prossimo 31 luglio, promossa dalla Conferenza episcopale di Inghilterra
e Galles e che avrà come tema la felicità. “La vera felicità si prova solo grazie
al sacramento della Riconciliazione”, ha detto mons. Bernard Longley, responsabile
organizzativo della giornata, che “ci rende tutt’uno con Dio, con il prossimo e con
noi stessi”. “L’aumento di fedeli che si accostano alla confessione è dovuto proprio
al profondo desiderio che ciascuno di noi ha di ritornare a Dio, fonte della felicità”,
ha aggiunto il prelato. Per promuovere la giornata, verranno distribuiti 350 mila
opuscoli informativi in tutte le parrocchie dell’Inghilterra e del Galles. Saranno,
inoltre, diffuse alcune video-interviste particolarmente significative, come quella
a mons. Michael Evans, malato terminale. Nonostante la sua malattia, infatti, il vescovo
di East Anglia dà una grande testimonianza di fede, dichiarando di voler portare a
termine il proprio mandato episcopale e ricordando che “Dio è amore” e che “la malattia
può essere una benedizione”. Il 31 luglio, la colletta delle Messe del giorno celebrate
nella regione verrà devoluta ai centri di bioetica o ad organismi riconosciuti dalla
Chiesa, che tutelano la vita dal concepimento fino alla morte naturale. Da segnalare
che il tema scelto per la “Giornata per la Vita 2011” si richiama alle parole pronunciate
da Benedetto XVI durante il suo viaggio apostolico nel Regno Unito nel settembre 2010:
in quell’occasione, rivolgendosi agli alunni del St. Mary’s University College, il
Papa affermava: “La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi
tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano
nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in
Dio. Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in
Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni
con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro
cuore”. (M. R.)