2011-06-29 16:26:27

Commando kamikaze in azione nel cuore di Kabul. Almeno 21 morti nell’attacco ad un Hotel


Nuovo sanguinoso attentato dei talebani nel cuore di Kabul. Un commando kamikaze, appoggiato da un gruppo armato, è entrato in azione ieri sera nell’Hotel Intercontinental, frequentato dagli occidentali. La battaglia ingaggiata con le forze di sicurezza locali si è conclusa solo dopo alcune ore grazie all’intervento degli elicotteri della Nato. Il bilancio è di 21 morti, compresi 9 kamikaze. Ma quali sono le conseguenze sulla popolazione afghana? Eugenio Bonanata lo ha chiesto a Simona Lanzoni direttrice progetti nel Paese della Onlus Pangea:RealAudioMP3

R. – Le condizioni della popolazione non sono cambiate moltissimo negli ultimi dieci anni. Sicuramente sono migliorate, ma c’è ancora molto, troppo da fare. Una delle maggiori paure della popolazione afghana è che in seguito all’exit strategy diminuiranno le risorse economiche dedicate allo sviluppo e al processo di pace. Inoltre, c’è paura anche sul fronte del rispetto dei diritti delle persone – in primis – delle donne. I talebani, che mostrano i loro muscoli con azioni come quelle che hanno compiuto ieri notte all’Intercontinental, fanno capire che bisogna contrattare con loro a tutti i costi: contrattare con loro vuol dire anche andare loro incontro rispetto a tutti i diritti che fino adesso si sono piano piano conquistati, almeno sulla carta – forse non ancora nella realtà giornaliera – e che devono cercare di implementare tutti i giorni.

D. – A rischio, oltre alla condizione della donna afghana, c’è anche il settore dell’istruzione?

R. – Sono tutti legati, perché i talebani – sappiamo bene – che preferisco avere ovunque delle “madrase” e non garantire il diritto allo studio per tutti, bambini e bambine. Non solo, pensiamo anche al fatto che tutte queste “forze insorgenti” sono tra loro concorrenti perché vogliono guadagnarsi il loro piccolo potere locale e territoriale per poi continuare ad espanderlo. Il problema è serio e riguarda la garanzia della pace a livello della società civile.

D. – L’Afghanistan di domani somiglia sempre di più a quello di ieri: c’è pessimismo in questa affermazione e lei la condivide?

R. – Sì, in parte sì. Credo che comunque i talebani dovranno concedere qualcosa per essere istituzionalizzati. In realtà si farà, però, un passo indietro rispetto a quello che si è fatto fino ad oggi. (mg)


Siria, carri armati in villaggi del nordovest
Proseguono le manovre dell’esercito siriano per contrastare la mobilitazione contro il governo del presidente Bashar al Assad. Oggi, secondo alcuni attivisti per i diritti umani, decine di mezzi corazzati dell’esercito sono entrati in alcuni villaggi nel nordovest del Paese. E per gli organizzatori delle manifestazioni di protesta, sono circa mille solo nell’ultima settimana i civili arrestati: la metà sarebbero studenti universitari. Intanto, prosegue il rientro dei profughi siriani dalla Turchia: il numero degli sfollati è stabilmente sotto gli 11 mila, ma molti altri sono accampati con sistemazioni di fortuna in territorio siriano.

Libia
"Potremmo predisporre un commando militare il cui compito sarà quello di assassinare Muammar Gheddafi". E' quanto ha annunciato il ministro della Giustizia del Consiglio nazionale transitorio libico, Mohammed Ibrahim al-Alaqi. L'esponente dei ribelli libici ha inoltre aggiunto che il Cnt "è intenzionato a rendere esecutivo il mandato di cattura emesso dal Corte penale internazionale nei confronti di Gheddafi". Intanto, secondo un'indiscrezione della stampa francese, Parigi ha iniziato a lanciare con i paracadute equipaggiamenti ed armi ai ribelli libici che stanno combattendo contro le forze fedeli a Gheddafi a sud di Tripoli.

Egitto: proteste contro i militari, 14 feriti in piazza Tahrir
In Egitto, proseguono gli scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti radunati al Cairo in piazza Tahrir. Nella serata di ieri, erano stati almeno 14 i feriti tra i dimostranti che chiedevano le dimissioni del maresciallo Hussein Tantawi, capo del Consiglio supremo delle Forze armate che guida provvisoriamente il Paese. Negli scontri erano rimasti feriti anche 25 agenti. Le autorità militari, in un comunicato, avevano condannato gli incidenti, definendoli “un tentativo di destabilizzare il Paese”.

Sudan: firmato accordo-quadro sul Kordofan meridionale
Le autorità del Nord e del sud Sudan hanno raggiunto ieri un accordo sul Kordofan meridionale, Stato petrolifero che si trova nel territorio di Khartoum, e in cui nelle ultime settimane si sono scontrate le truppe delle due parti. L’accordo, ha fatto sapere l’Splm, movimento al potere nel sud, “è un preludio alla fine delle ostilità”, mentre la questione del cessate il fuoco sarà discussa oggi.

R. D. Congo: la missione Onu prolungata di un anno
Nella Repubblica Democratica del Congo, è stato prolungato fino alla fine di giugno 2012 il mandato della missione Onu: tra i compiti dei caschi blu ci sarà la vigilanza sulle elezioni presidenziali previste per il prossimo novembre. Le Nazioni Unite hanno chiesto al governo del presidente Joseph Kabila, che sarà tra i candidati, di assicurare un voto “libero, onesto, credibile, inclusivo, trasparente, pacifico e tempestivo”.

Myanmar, il governo contro Suu Kyi: “Basta fare politica”
La giunta militare del Myanmar ha chiesto alla leader dell’opposizione, Aung San Suu Kyi, di “arrendersi alla legge” abbandonando qualsiasi attività politica. La donna, premio Nobel per la pace del 1991, è accusata di diramare comunicati e mantenere aperta la sede del suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, messa ufficialmente fuori legge dai militari. La Lega era uscita vincitrice dalle elezioni tenute nel 1990, il cui risultato era però stato annullato dai militari che avevano preso il potere.

La Cina acquisterà parte del debito dei Paesi europei
La Cina acquisterà “certamente, a seconda delle necessità, una certa quantità di debito sovrano” dei Paesi dell’area euro. A dare l’annuncio è stato ieri il premier di Pechino, Wen Jiabao, che ha tenuto a Berlino una conferenza stampa insieme al cancelliere tedesco, Angela Merkel.

Cuba- Chavez
Dopo le insistenti voci sul preoccupante stato di salute del presidente venezuelano, Chavez, ieri è apparso alla televisione cubana insieme a Fidel Castro. Il capo dello Stato si trova ormai da molti giorni all'Avana, dove il 10 giugno scorso è stato sottoposto ad un’operazione. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Davide Maggiore)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LV no. 180







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