2011-06-28 16:04:35

La "Freedom Flotilla 2" pronta a partire per Gaza. Sale la tensione in Israele


Cresce la tensione nel Mediterraneo a causa della “Freedom flottiglia 2”, che partità nei prossimi giorni da Creta alla volta della Striscia di Gaza. Il gruppo di almeno 350 attivisti vuole rompere il blocco navale imposto da Israele per motivi di sicurezza, portando a Gaza generi di prima necessità alla popolazione locale. Intanto, si teme che possa ripetersi il bagno di sangue del 31 maggio 2010, quando i militari israeliani cercarono di fermare una nave diretta a Gaza, causando la morte di nove attivisti turchi. E c’è da segnalare una spaccatura netta in seno al governo dello Stato ebraico: da una parte il premier Netanyahu, che ha autorizzato i giornalisti locali e stranieri a salire sulle navi militari israeliane allo scopo di assicurare la massima trasparenza e una credibile copertura degli eventi. Dall’altra, il ministro degli Esteri Lieberman, che lamenta la presenza a bordo di terroristi "alla ricerca di violenza e spargimenti di sangue''. In che modo una gestione negativa di questo evento potrebbe compromettere la tenuta del governo israeliano? Salvatore Sabatino lo ha chiesto a Giorgio Bernardelli, esperto di questioni mediorientali:RealAudioMP3

R. - In gioco, secondo me, c’è molto di più che la stessa tenuta del governo che è fragile ormai da tempo. La vera partita è quella che si gioca in vista di settembre, quando ci sarà all’Onu il voto sullo Stato palestinese, che l’Autorità palestinese intende portare avanti. Netanyahu è molto preoccupato da questo voto e teme che un precipitare della situazione sulla questione della Flottiglia, sulla falsariga di quanto accaduto l’anno scorso, possa portare a conseguenze internazionali pesanti nei confronti di Israele. Di qui, la spaccatura anche all’interno del governo, dove Lieberman è su una posizione molto più oltranzista per la difesa del blocco a Gaza a tutti i costi.

D. - Anche l’Amministrazione Obama ha scongiurato un nuovo disastro umanitario esortando le parti alla moderazione. Verrà ascoltata questa presa di posizione così forte di Washington?

R. - Io credo che non si ripeterà comunque lo scenario dell’anno scorso, c’è molta prudenza. L’anno scorso la situazione scappò di mano un po’ a tutti. Credo che quest’anno ci sarà molto più un confronto di tipo dimostrativo. Lo stesso governo israeliano ha dato nei giorni scorsi alla Marina il mandato di fermare la flottiglia, ma cercando in ogni modo di evitare lo scontro. Anche la situazione sul campo a Gaza è un po’ diversa, dopo l’apertura del valico di Rafah. Per cui, questo tipo di operazione credo che sarà molto più simbolica, o almeno, tutto lascia pensare che tutti cercheranno di evitare uno scontro del tipo di quello dell’anno scorso.

D. - I maggiori timori di violenze, secondo alcuni, sarebbero legati a un battello acquistato da una ong giordana, sul quale dovrebbero viaggiare attivisti giordani, palestinesi e yemeniti. E’ un’ipotesi realistica o solo propaganda?

R. - Certamente, anche all’interno della Flottiglia c’è chi probabilmente mira anche a un confronto di tipo aperto con le forze militari israeliane. Però, non dimentichiamo che ci sono anche le altre nove barche con a bordo molti attivisti provenienti dagli Stati Uniti, e anche cittadini israeliani. Leggevo che il 30% delle persone a bordo sono ebrei. Tutto lascia pensare, comunque che - anche se davvero, come dice Israele, è possibile che dentro ci sia qualcuno che vuole cavalcare in maniera violenta questa occasione - questi siano comunque una presenza marginale. Il grosso è costituito da pacifisti e anche da molti operatori del mondo dell’informazione. Lo stesso quotidiano Ha’aretz, che è uno dei più importanti quotidiani israeliani, ha a bordo una delle sue giornaliste di punta. E’ davvero difficile, credo, che la situazione possa scappare di mano come l’anno scorso.(ma)







All the contents on this site are copyrighted ©.