2011-06-28 14:06:56

Canada: i vescovi ribadiscono che la Chiesa non condanna mai le persone con orientamenti gay


La Chiesa non condanna mai le persone con orientamenti omosessuali, “che di per sé non sono né un peccato né una colpa morale”, bensì la pratica dell’omosessualità in quanto comportamento “obiettivamente disordinato”. È quanto ribadiscono i vescovi canadesi nella Lettera “Il ministero pastorale con i giovani che hanno attrazioni sessuali verso persone dello stesso sesso”. Il documento, preparato dalla Commissione per la Dottrina della Fede della Conferenza episcopale (Cecc/Cccb), è rivolto ai sacerdoti, ai genitori, agli educatori e agli stessi giovani omosessuali ai quali si propone di offrire un sostegno e un orientamento pastorale alla luce dell’insegnamento della Chiesa sulla sessualità umana. In questo senso esso non affronta il dibattito sulle origini e le cause dell’omosessualità, la cui genesi psichica – come evidenzia il Catechismo della Chiesa cattolica - resta in gran parte inspiegabile, quanto piuttosto come vivere cristianamente questa condizione e come la Chiesa nel suo insieme debba accogliere le persone omosessuali. I vescovi sottolineano in particolare il dovere dei sacerdoti e degli agenti pastorali che lavorano con i giovani a “non perpetuare con parole e azioni l’ingiustizia, l’odio e la violenza contro le persone omosessuali” che purtroppo ancora alligna nella nostra società e a promuovere piuttosto nelle comunità parrocchiali “un atteggiamento di accoglienza” nei loro confronti. I fedeli, vengono a loro volta esortati a trattare queste persone con il rispetto e l’amore dovuto a tutti gli esseri umani creati da Dio, ma anche a testimoniare la verità autentica della Chiesa sulla sessualità umana contro l’idea di libertà diffusa nella moderna società secolarizzata: “La vera libertà cristiana – ricorda il testo - non è cedere al desiderio di fare quello che si vuole, ma accettare la verità che ci rende liberi”. Contro il modello edonistico oggi imperante, la lettera indica quindi nella castità, intesa non come rinuncia all’amore, ma come sublimazione dell’amore in Cristo, la vera via per vivere in modo sereno la propria condizione omosessuale. Una strada non facile, ma che – affermano i vescovi - si può affrontare con l’aiuto di Dio, la preghiera assidua, il frequente accostamento ai sacramenti e l’aiuto di amici virtuosi. In conclusione, essi esprimono la loro “profonda gratitudine” a tutti coloro che “con saggezza e amore accompagnano i giovani che scoprono le proprie inclinazioni omosessuali: i sacerdoti, i loro collaboratori e collaboratrici pastorali, i genitori e gli educatori”. (A cura di Lisa Zengarini)







All the contents on this site are copyrighted ©.