2011-06-27 14:23:45

Myanmar: l'aiuto della Caritas per il popolo kachin coinvolto nel conflitto. L'appello del vescovo


La guerra non dà tregua nello stato di Kachin, nel Nord del Mynamar. Mentre la violenza continua, mettendo a dura prova la popolazione civile, si fa strada, attraverso la Caritas Myanmar (Karuna) la solidarietà verso la popolazione di etnia kachin (un milione di persone a larga maggioranza cristiana). Chiedendo l’anonimato per motivi di sicurezza, un sacerdote della diocesi di Myitkyina (che copre il territorio dello stato Kachin) racconta all'agenzia Fides la difficile situazione che i fedeli vivono. “Le violenze e i bombardamenti continuano. Il problema per gli sfollati è abbandonare i raccolti, il che significa fame, sofferenza, veder sfumare il lavoro e i sacrifici di un anno. Le chiese sono aperte per l’accoglienza, la Caritas si è mobilitata e da tutte le diocesi si stanno organizzando aiuti per la diocesi di Myitkyina, interessata dal conflitto. Le notizie sono frammentarie, ma sappiamo che le sofferenze dei civili proseguono e gli sfollati aumentano, sono oltre 10mila. Il tutto è reso ancor più difficile dalla stagione delle piogge”. Attualmente, informa il sacerdote, vi sono almeno 800 sfollati accampati a Myitkyina: 220 sfollati nella chiesa cattolica di San Giuseppe, 330 nella chiesa battista, altri sparsi in templi buddisti e nei villaggi intorno. A raggiungere i civili e i profughi che si trovano nelle aree di conflitto, isolate dalle comunicazione, sono le onde di Radio Veritas e di Radio Free Asia. Radio Veritas si rivolge ai profughi incoraggiandoli e anche informandoli sui combattimenti, a volte anche invitandoli a lasciare i territori per la loro incolumità. Dal canto suo mons. Francis Daw Tang, vescovo di Myitkyina, molto preoccupato per la situazione dei fedeli kachin, è intervenuto a Radio Veritas lanciando un appello alla popolazione e dicendo: “Prego per voi, mio piccolo gregge, e non vi abbandono. La Chiesa è pronta ad aiutarvi, le nostre chiese e i fedeli vi accolgono a braccia aperte, per asciugare le vostre lacrime e consolare la vostra sofferenza. Restate uniti, portate i pesi gli uni degli altri, il Signore vi è vicino. Confidate in Lui, tutti noi continuiamo a pregare per la pace”. Intanto nel resto del Myamnar non circolano notizie sul conflitto in atto nel Nord. Il giornale ufficiale del regime non ne parla o, quando lo fa, addossa le colpe della violenza ai ribelli dell’esercito Kachin. La pressione internazionale intanto sta crescendo: il governo degli Stati Uniti ha chiesto la fine delle ostilità e una inchiesta dell’Onu per le violazioni dei diritti umani che si registrano nel conflitto in atto. (R.P.)







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